Ghirra (Progressisti): "I CPR sono luoghi disumani, vanno chiusi immediatamente"

La condizione dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) italiani è tornata al centro del dibattito politico dopo l’interrogazione parlamentare della deputata Francesca Ghirra (Progressisti), che ha denunciato la situazione nel CPR di Macomer, in Sardegna. La deputata ha portato all’attenzione del Governo una serie di gravi criticità, tra cui tentativi di suicidio da parte dei detenuti, condizioni di vita definite disumane e la gestione di soggetti con evidenti fragilità psichiatriche.

Al centro della polemica c’è il caso di Zacharia Jah, cittadino trattenuto nel CPR di Macomer per oltre 15 mesi e rilasciato il 7 febbraio 2025 senza alcuna assistenza, con l’ordine di lasciare il territorio italiano entro sette giorni. Secondo Ghirra, l’uomo soffre di gravi disturbi psichiatrici, arrivando a sostenere di essere l’ex presidente Nixon e di essere stato rinchiuso nel CPR perché così "scritto nella Bibbia". Una situazione che, secondo la deputata, dimostra l'inadeguatezza di queste strutture a gestire persone in condizioni di estrema vulnerabilità.

In seguito all’interrogazione parlamentare, il Ministero dell’Interno ha fornito una ricostruzione ufficiale della vicenda, affermando che il CPR di Macomer è sotto costante monitoraggio da parte della Prefettura di Nuoro e che i servizi offerti sono conformi alle disposizioni contrattuali. Dal 20 gennaio 2025, la gestione del centro è passata dalla EKENE ONLUS alla Società Cooperativa Officine Sociali.

Sul caso di Zacharia Jah, il Ministero ha confermato che il processo di identificazione è stato complesso e inconcludente. La Questura di Nuoro ha avviato le procedure di verifica coinvolgendo inizialmente il Consolato Generale della Sierra Leone, che il 6 dicembre 2023 ha dichiarato di non poter confermare la nazionalità dell’uomo. Successivamente, sono stati interessati gli Stati Uniti, dato che Jah aveva dichiarato di essere cittadino americano. Tuttavia, anche l’Ambasciata USA ha risposto che non risultava alcuna documentazione che lo identificasse come statunitense.

Per più di un anno, le autorità italiane hanno cercato di ottenere chiarimenti senza esito. I tentativi di identificazione sono stati ripetuti tra maggio 2024 e gennaio 2025, ma senza alcun riscontro definitivo da parte dei consolati coinvolti.

Sulle condizioni psichiatriche dell’uomo, il Ministero dell’Interno ha precisato che la ASL di Cagliari aveva rilasciato un certificato di idoneità alla vita in comunità ristretta, non rilevando elementi tali da renderne incompatibile la detenzione nel CPR. Tuttavia, durante i mesi di permanenza, Jah avrebbe mostrato atteggiamenti di chiusura e isolamento, pur senza episodi di violenza o crisi acute che ne avrebbero giustificato il trasferimento in una struttura sanitaria.

Il 7 febbraio 2025, il Giudice di Pace di Oristano ha respinto la richiesta di proroga del trattenimento, stabilendo che non vi erano più le condizioni per la sua detenzione nel CPR. In seguito a questa decisione, Jah è stato rilasciato dalla struttura e accompagnato alla stazione di Macomer, senza che fosse predisposta alcuna forma di assistenza o presa in carico da parte dei servizi sanitari.

L’episodio ha alimentato nuove critiche sulla gestione dei CPR e sulla loro capacità di garantire condizioni dignitose alle persone trattenute. Ghirra ha denunciato che la permanenza nei centri di rimpatrio equivale a una detenzione senza reato, dove i diritti fondamentali vengono violati e le persone vengono lasciate senza contatti con le famiglie, senza cure adeguate e senza prospettive.

Il Ministero ha ribadito che la struttura è regolarmente ispezionata e che i servizi sono erogati nel rispetto delle normative vigenti. Tuttavia, il caso Jah e le condizioni generali del CPR di Macomer rimangono sotto osservazione, mentre la deputata ha annunciato di aver presentato un esposto in Procura per chiedere ulteriori verifiche sulla gestione del centro.

La vicenda riapre il dibattito sulla necessità o meno di mantenere in funzione i CPR in Italia, con le opposizioni che ne chiedono la chiusura e il Governo che ne difende l’utilità nel contrasto all’immigrazione irregolare.

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