Negli ultimi anni, un vento impetuoso e irrazionale soffia sull'Occidente. Si chiama ecologismo radicale, un movimento che, nato da nobili intenti, ha ormai assunto i tratti inquietanti di una fede dogmatica o di un’ideologia rivoluzionaria. Gli ultimi eventi in Italia, con vandali che deturpano monumenti e capolavori del passato in nome del cambiamento climatico, non sono che la punta dell'iceberg di un fenomeno che sta minacciando la nostra civiltà e la nostra libertà.
Le cronache recenti ci raccontano di attivisti che, con la presunzione di salvare il pianeta, attaccano opere d’arte di inestimabile valore. Questi gesti, lungi dall’essere semplici atti di protesta, si configurano come veri e propri atti di violenza contro la cultura e la storia, mostrando un disprezzo per l’eredità che ci è stata tramandata.
I monumenti, che dovrebbero essere sacri, vengono imbrattati, deturpati, in nome di una causa che sembra sempre più sfuggire al controllo della ragione.
Ma non è solo la furia distruttrice dei vandali a preoccupare. In tutta Europa, e in Italia in particolare, assistiamo a un crescente ostruzionismo nei confronti di qualsiasi iniziativa che possa portare progresso e sviluppo. I comitati del "no" proliferano come funghi, opponendosi a ogni nuovo progetto, dalla costruzione di infrastrutture necessarie allo sviluppo economico, fino all’implementazione di tecnologie avanzate che potrebbero migliorare la qualità della vita.
Questo immobilismo, mascherato da difesa dell’ambiente, finisce per bloccare la crescita del Paese, strangolando le imprese e condannando le future generazioni a un destino di povertà e arretratezza.
E poi ci sono le politiche green, quel vasto complesso di normative e direttive che, invece di promuovere un’autentica sostenibilità, si abbatte come un macigno sui ceti più deboli. Le direttive europee sulla casa green e le norme sulle automobili ne sono un esempio lampante. Lungi dal promuovere una transizione ecologica realistica e graduale, queste politiche finiscono per gravare pesantemente sulle spalle dei cittadini più poveri, incapaci di sostenere i costi di ristrutturazioni energetiche o di nuovi veicoli a basso impatto ambientale.
È il trionfo di un dirigismo miope e autoreferenziale che pretende di salvare il mondo fustigando l’Occidente e, in particolare, il nostro Paese.
L’Italia, già gravata da un’economia fragile e da una burocrazia soffocante, è oggi costretta a fare i conti con questa nuova forma di oppressione ideologica. Un’ideologia che, anziché cercare un equilibrio tra tutela ambientale e crescita economica, si lancia in una crociata contro il progresso, mettendo a repentaglio il nostro futuro.
Francesco Giubilei, nel suo ultimo libro "Follie Ecologiste", analizza con lucidità e rigore le derive di questo nuovo ecologismo. Un saggio che invita a riflettere e a prendere coscienza dei pericoli di un ambientalismo che, anziché proteggere la natura, rischia di distruggere le fondamenta stesse della nostra società. Sabato 7 settembre 2024, nella Sala conferenze Polisoccorso di Alghero, Giubilei presenterà questo importante lavoro, offrendo un’occasione preziosa per discutere e confrontarsi su questi temi cruciali.
L'Occidente, e l'Italia in particolare, devono risvegliarsi da questo incubo ecologista e ritrovare la strada del buon senso e della ragione.
Solo così sarà possibile garantire un futuro prospero e sostenibile per le prossime generazioni, senza sacrificare la nostra libertà e il nostro progresso sull’altare di un’ideologia cieca e distruttiva.