Arbitrato: un protocollo per risolvere le liti. 60 firme per cambiare il volto della giustizia commerciale in Sardegna

  La Sardegna non può più permettersi di affondare nelle sabbie mobili della giustizia ordinaria. Ieri, sessanta tra associazioni di categoria, ordini professionali e organizzazioni delle imprese hanno detto basta. Con la firma di un protocollo d’intesa con la Camera di Commercio di Cagliari-Oristano, hanno scelto un’alternativa: l’arbitrato.

  L’arbitrato è una via d’uscita dalla paralisi. Significa affidare le dispute a esperti, evitando tribunali lenti e costosissimi. "Questo silenzioso mostro della burocrazia va sconfitto," sarebbe il messaggio implicito lanciato da questa firma. Con l’arbitrato, le parti coinvolte decidono di lasciare fuori dalle loro vite il giudice e la sua lenta macchina per affidarsi a tecnici della materia, capaci di dare risposte rapide e definitive. Un arbitro emette una sentenza, chiamata "lodo," che ha lo stesso peso giuridico di una pronuncia di un tribunale. Ma non si aspetta per anni: qui si parla di mesi. E mentre i tribunali ordinari espongono le dispute a occhi curiosi e interessi nascosti, l’arbitrato promette riservatezza totale. 

  Presso la Camera di Commercio, la Camera Arbitrale è già pronta a combattere questa battaglia. Guidata da un consiglio di esperti – tra cui magistrati, avvocati e rappresentanti dei vari settori economici – promette competenza, neutralità e una vigilanza costante sul corretto svolgimento dei procedimenti. Non è un sistema fatto di parole vuote o promesse vaghe. Qui tutto è regolato, dai costi (già stabiliti in un tariffario) alla durata delle procedure, che saranno monitorate per garantire la massima rapidità. Questo protocollo è un grido di battaglia. È un atto di ribellione contro un sistema giudiziario troppo lento, troppo opaco, troppo dispendioso. Le imprese e i cittadini della Sardegna hanno bisogno di soluzioni, non di scuse. Chi si oppone a questo cambiamento sarà travolto dalla necessità di efficienza. Non c’è spazio per chi si nasconde dietro le lungaggini burocratiche. La Sardegna si muove. E chi resta indietro, rischia di essere dimenticato.

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