La Sardegna si trova nuovamente a fare i conti con una rete elettrica in crisi profonda. La denuncia arriva dall’UGL Chimici-Energia, che punta il dito contro l’azienda responsabile della distribuzione elettrica, accusandola di minimizzare una situazione ormai fuori controllo.
Secondo i dati forniti dal sindacato, tra venerdì 17 e domenica 19 gennaio, si sono verificati oltre 1500 guasti in tutta l’isola. Un bilancio drammatico che ha lasciato molte famiglie e aziende senza energia per oltre 30 ore consecutive, in alcuni casi privandole anche dell’accesso all’acqua.
Le città maggiormente colpite includono Sassari, Olbia, Oristano, Tortolì, Quartu Sant’Elena, Senorbì, Sinnai, Gonnosfanadiga e Serramanna, ma l’elenco si estende a gran parte del territorio regionale. In prima linea, a fronteggiare l’emergenza, ci sono stati gli operai e i tecnici reperibili, impegnati in turni massacranti per garantire la continuità del servizio elettrico e la sicurezza degli impianti.
Le condizioni delle infrastrutture elettriche sarde sono il cuore del problema. Cavi e palificazioni in uso da oltre quarant’anni mostrano segni evidenti di deterioramento. Gli isolanti, logorati dal tempo, cedono al contatto con l’acqua o sotto la pressione del vento.
A peggiorare la situazione, la carenza cronica di manutenzioni programmate, la scarsità di materiali e la mancanza di attrezzature adeguate come gli autocestelli.
Franco Peana, segretario regionale UGL Chimici-Energia della Sardegna, ha dichiarato: “Lo avevamo detto più volte. Da anni denunciamo la gravità della situazione. Non si può più fare finta di niente: ne fanno le spese anche gli utenti. Abbiamo già scritto ai Prefetti dell’isola per paventare il rischio che tutto questo si traduca in disservizi gravi e continui. La responsabilità è di e-distribuzione. Servono investimenti immediati per sostituire integralmente le linee e le palificazioni.”
UGL punta il dito contro la gestione aziendale, definita inadeguata a fronteggiare un’emergenza di questa portata. “Servono nuove assunzioni di personale per ridurre le aree di intervento, migliorare la tempestività e alleggerire il carico su tecnici e operai già allo stremo,” continua Peana.
Il sindacato non risparmia critiche: le condizioni di lavoro attuali, tra turni straordinari incessanti e pressioni psicofisiche, stanno avendo ripercussioni pesanti non solo sui lavoratori, ma anche sulle loro famiglie.
La situazione, se non affrontata con interventi strutturali e programmati, rischia di peggiorare ulteriormente. Intanto, gli utenti sardi continuano a vivere nell’incertezza, fra blackout e disagi quotidiani. Una certezza rimane: la protesta di UGL non si fermerà finché non verranno adottati provvedimenti concreti per risanare una rete elettrica che sembra ormai destinata al collasso.