Buggerru, 3 settembre 2024. "Noi nascemmo in quel giorno dal sangue che moriva", così scriveva il poeta minatore Manlio Massole, rievocando il sacrificio dei tre lavoratori uccisi il 4 settembre 1904. Questi uomini, che diedero la vita per migliorare le condizioni lavorative, sono ricordati oggi come "eroi senza medaglia", figure simbolo di una lotta che, nonostante il passare del tempo, resta rilevante in un mondo dove lo sfruttamento lavorativo non è ancora scomparso. Questo messaggio è stato al centro del convegno "L’Eccidio di Buggerru del 4 settembre 1904 – L’importanza e l’incidenza dell’evento nell’ambito storico, sociale e giuridico", organizzato per celebrare il 120° anniversario di quell'episodio sanguinoso.
Sotto la guida del giornalista Anthony Muroni, il convegno ha voluto esplorare le sfaccettature meno conosciute di questo evento che portò al primo sciopero generale nella storia d'Italia.
"Per molto tempo questo episodio cruciale è stato trascurato – ha sottolineato la sindaca di Buggerru, Laura Cappelli – ma negli ultimi decenni è diventato un pilastro dell'identità della nostra comunità. Anche oggi, a 120 anni di distanza, il tema delle migliori condizioni di vita e di lavoro resta di vitale importanza."
Uno degli interventi più significativi è stato quello della scrittrice Iride Peis Concas, che ha messo in luce il ruolo spesso dimenticato delle donne nelle miniere e nelle lotte sindacali. "Le donne non compaiono nei libri di storia o negli archivi, ma non possiamo relegarle al semplice ruolo di mogli dei minatori. Erano in prima linea nelle rivendicazioni, non solo a Buggerru, ma in tutta la Sardegna. Per loro, lavorare come cernitrici nelle miniere rappresentava una conquista di libertà e indipendenza, una vera rivoluzione per l'epoca."
Anche i bambini sono stati protagonisti delle riflessioni del convegno, grazie all'intervento di Gianni Loy, ex docente di Diritto del lavoro all'Università di Cagliari.
Loy ha ricordato come, nella Buggerru di inizio Novecento, i bambini fossero coinvolti precocemente nel lavoro, condividendo le difficili condizioni di vita delle loro famiglie e diventando, a loro volta, partecipanti attivi nelle ribellioni operaie. "Anche i bambini, dal gradino più basso della scala sociale, hanno fatto la loro parte nelle proteste. Durante le rivolte di Cagliari nel 1906, persino i giovani raccoglitori di tabacco furono colpiti dalle fucilate dell’esercito."
La mattinata si è conclusa con un omaggio alla poesia e alla memoria storica. Riccardo Massole, figlio del poeta Manlio, ha recitato due poesie del padre, mentre l'attore Luigi Pusceddu ha evocato l'atmosfera di quei giorni di protesta del 1904, offrendo al pubblico un'intensa rievocazione delle lotte operaie che segnarono profondamente la coscienza collettiva dei lavoratori italiani.
Le celebrazioni continueranno domani, 4 settembre, con la commemorazione ufficiale in piazza Eccidio, dove si terranno una messa, la deposizione di una corona di fiori e gli interventi delle autorità e delle rappresentanze sindacali. La sindaca Cappelli sarà affiancata da figure di spicco come il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, la presidente della Regione Alessandra Todde e i segretari nazionali di Cisl, Uil e Cgil.