Due tragedie nella caccia: un weekend segnato dal sangue

  La mattinata limpida di ieri, con il cielo sereno e l’aria che profuma di autunno, era iniziata come tante altre per Massimiliano Sabiu, 58 anni, di Giba. Con l’esperienza accumulata in anni di battute, si era unito ai suoi compagni per una giornata di caccia al cinghiale nelle campagne di Sedilo, un borgo della provincia di Oristano. Erano attimi di concentrazione e attesa, interrotti bruscamente da un colpo secco, un suono che nessuno tra i presenti dimenticherà. Secondo le prime ricostruzioni, l’arma di un altro cacciatore, un uomo di 40 anni, ha sparato accidentalmente. Il proiettile ha raggiunto Sabiu al fianco e alla spalla. Le urla di allarme e la corsa dei presenti verso l’uomo ferito hanno segnato l’inizio di una drammatica catena di eventi. I compagni hanno immediatamente chiamato i soccorsi, ma nonostante l'arrivo tempestivo dell'elisoccorso e i tentativi disperati dei medici del 118, ogni sforzo si è rivelato vano. Dopo interminabili minuti di tentativi di rianimazione, Sabiu è stato dichiarato morto sul posto. La notizia si è diffusa rapidamente nella comunità, lasciando sgomento e dolore. 

  Poche ore dopo, le campagne di Laconi sono state teatro di un secondo incidente. Un cacciatore 50enne si trovava nei pressi della Strada Statale 442 durante una battuta di caccia. In una frazione di secondo, una caduta improvvisa ha fatto partire un colpo dal suo fucile, che lo ha ferito gravemente al volto. I compagni di caccia, scossi ma reattivi, hanno immediatamente allertato il 118. All'arrivo dei soccorritori, l’uomo era ancora cosciente, seppur in condizioni critiche. Dopo un primo intervento all’Ospedale San Martino di Oristano, dove è stato intubato, è stato trasferito d’urgenza al Santissima Trinità di Cagliari per ricevere cure specialistiche. Le sue condizioni restano gravi ma stabil.

Cronaca

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