È stata una notte di paura a Bosa, dove il silenzio della cittadina è stato squarciato dal crepitio delle fiamme e dal suono assordante delle sirene. Un appartamento al secondo piano di una palazzina residenziale si è trasformato in una trappola di fumo e fuoco, mettendo in pericolo la vita di una donna di 69 anni e di suo figlio di 44.
Quando i vigili del fuoco di Macomer e Cuglieri sono arrivati, il tempo era un nemico feroce.
Tra il caos e l’odore acre del fumo, hanno raggiunto i due, intrappolati nell’appartamento ormai invaso dalle fiamme. La donna, intossicata dai fumi, era quasi priva di forze, mentre il figlio riportava ustioni leggere. Non c’era spazio per esitazioni: i soccorritori li hanno portati fuori da quel girone infernale con una rapidità che ha fatto la differenza tra la vita e la morte.
Il rogo, scatenato nella camera da letto, minacciava di divorare il resto dell’abitazione. Le temperature all’interno erano infernali, un calore che rendeva ogni movimento un atto di resistenza.
Ci sono volute ore per domare le fiamme, ma i vigili sono riusciti a impedire che si propagassero alle altre stanze.
Mentre i due malcapitati venivano trasportati dal 118 in ospedale, dove fortunatamente le loro condizioni sono state giudicate non gravi, sul posto restavano gli agenti di Polizia e i carabinieri di Macomer. Saranno loro, ora, a ricostruire le cause di un incendio che ha rischiato di trasformarsi in tragedia.
La notte, a Bosa, è tornata silenziosa. Ma le pareti annerite di quell’appartamento raccontano ancora la storia di un dramma sfiorato, un incubo da cui una madre e suo figlio sono stati strappati appena in tempo.