C'è un'aria pesante che avvolge le strade di Cagliari, un misto di indignazione e amarezza che si è materializzato ieri davanti alle Poste centrali. Un presidio spontaneo, un gruppo di pensionati sostenuti dall'USB Sardegna, ha deciso di alzare la voce contro un sistema che li ha dimenticati. Distribuivano banconote simboliche da "3 euro al mese", la misera cifra con cui lo Stato pretende di placare anni di sacrifici e lavoro.
"No grazie, non vogliamo elemosine", recitava il volantino che accompagnava quelle banconote di carta. Un messaggio chiaro, diretto, che non lascia spazio a fraintendimenti. Non si tratta di un capriccio, ma di una richiesta legittima di rispetto e riconoscimento. Perché dietro ogni pensionato c'è una storia di fatica, di giornate trascorse a costruire il futuro di un paese che ora volta loro le spalle.
Enrico Rubiu dell'USB è intervenuto con parole che tagliano come lame: "Abbiamo lavorato una vita e se devono fare degli aumenti che li facciano in relazione al costo della vita. È una vergogna. Le classi più disagiate attualmente rinunciano alle cure per mancanza di denaro e chi sta male è costretto a chiedere un prestito per potersi curare. Il messaggio è che vogliamo pensioni dignitose e non prese in giro".
E come dargli torto? Dal 2021 ad oggi, il costo della vita è schizzato alle stelle, con un aumento del 17%. Una percentuale che si traduce in bollette impossibili da pagare, in medicine che diventano un lusso, in rinunce quotidiane che logorano corpo e spirito. E mentre i politici si perdono in promesse vuote, le persone reali affrontano una realtà sempre più dura.
In campagna elettorale promettevano mille euro a tutti. Mille euro, una cifra che avrebbe potuto fare la differenza per molti. Ma le promesse si sono sciolte come neve al sole, lasciando spazio a una situazione disastrosa. E intanto, chi ha dato tutto se stesso al paese si ritrova con spiccioli che offendono la dignità umana.
Il sit-in di Cagliari non è solo una protesta locale.
È il simbolo di un malessere profondo che attraversa l'Italia intera. È la voce di chi non vuole più essere ignorato, di chi chiede giustizia e rispetto. Perché non si può vivere con tre euro in più al mese. Non si può accettare l'elemosina al posto di una pensione dignitosa.
E allora ci si chiede: dove sono finiti i valori di solidarietà e rispetto? Come si può pretendere che un paese cresca se lascia indietro i suoi figli più anziani? Forse è il momento di aprire gli occhi, di ascoltare questo grido che si leva dalle strade di Cagliari e che potrebbe risuonare ovunque.
Perché la dignità non ha prezzo. E non si baratta con promesse non mantenute o con miseri aumenti che sanno di beffa. I pensionati di Cagliari hanno lanciato un messaggio forte e chiaro. Sta a noi, a tutti noi, raccoglierlo e fare in modo che non cada nel vuoto.