Alberto Manzi, il maestro degli italiani: un’eredità che parla ancora al presente

  Alberto Manzi, figura straordinaria e visionaria dell'educazione italiana, rivive nelle pagine del libro di Tania Convertini, “L’ABC di Alberto Manzi maestro degli italiani” (Edizioni Anicia). Nel centenario della sua nascita, questo volume diventa un’occasione per riflettere su un periodo in cui educare era un atto di giustizia sociale, una missione che trascendeva le aule scolastiche per abbracciare la società intera. Manzi, con il celebre programma televisivo Non è mai troppo tardi (1960-1968), non si limitava a insegnare a leggere e scrivere a chi non aveva avuto accesso alla scuola: incarnava una pedagogia inclusiva e innovativa, concependo l’alfabetizzazione come un diritto universale. 

  L'Italia dell'epoca era attraversata da profonde disparità, e il maestro romano seppe portare speranza e strumenti per il riscatto a milioni di italiani. Il libro di Convertini sarà protagonista di due incontri in Sardegna. Il 6 dicembre, l’autrice presenterà il suo lavoro al Liceo "C. Baudi di Vesme" di Iglesias, alle ore 16. Il giorno successivo, il 7 dicembre, sarà a Villacidro, a Casa Dessì, dalle 9:30 alle 12, per un evento arricchito da interventi significativi, tra cui quello di Maria Arca, presidente dell’UNLA, che approfondirà le connessioni tra l’educazione per adulti e il contesto sardo. 

  Questi incontri saranno preceduti, il 6 dicembre, da un laboratorio per bambini presso l’Istituto Comprensivo “Loru-Dessi” di Villacidro, segno tangibile di quanto l’eredità di Manzi continui a parlare non solo agli adulti, ma anche alle giovani generazioni. Convertini struttura il suo volume con un approccio originale: ogni lettera dell’alfabeto diventa un concetto chiave che rappresenta il metodo pedagogico di Manzi. Dalla A di “accesso” alla Z di “zitti”, emerge un ritratto di un educatore che credeva nel potere dell’alfabetizzazione non solo come strumento di conoscenza, ma come mezzo per liberare le persone dalle catene dell’ignoranza e dell’ingiustizia. Gioco, tensione cognitiva, libertà di comunicazione: Manzi non era solo un maestro, ma un visionario capace di vedere nell’istruzione la chiave per costruire una società più equa e solidale, in sintonia con le idee di altri grandi educatori come Don Lorenzo Milani, Mario Lodi e Gianni Rodari. L’autrice, nata in Puglia e oggi docente di lingua e cultura italiana al Dartmouth College negli Stati Uniti, unisce nella sua opera le sue competenze pedagogiche con un’appassionata ricerca sull’eredità culturale e sociale del maestro Manzi. 

  La sua attività accademica si intreccia con un impegno per promuovere il dialogo interculturale e l’educazione come ponte tra passato e futuro. Promossa all’interno dello spazio itinerante Il cambiamento nasce da dentro, l’iniziativa si inserisce nel ricco panorama delle attività culturali sostenute dalla Fondazione Giuseppe Dessì. Con il contributo dell’Assessorato Regionale alla Pubblica Istruzione e della Fondazione di Sardegna, questa celebrazione del maestro Manzi è un invito a riscoprire il valore dell’educazione come atto politico e sociale, indispensabile per costruire un futuro più consapevole e inclusivo. Alberto Manzi non è mai stato solo un educatore: è stato un pioniere, un innovatore e un faro di speranza. La sua eredità, raccontata con passione e profondità da Tania Convertini, ci ricorda che non è mai troppo tardi per credere in un’istruzione che cambi davvero le vite.

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