Lunedì mattina, nel condominio Alba di Ruda a Porto Cervo, i volontari si sono trovati di fronte a una scena agghiacciante: otto gatti avvelenati e morti, altri tre svaniti nel nulla. Una colonia felina che dal 2007 era monitorata con cura, simbolo di un equilibrio silenzioso tra uomo e natura, distrutta in una notte da un gesto vile e crudele.
Elena Sabiu, una delle volontarie storiche, racconta con amarezza: "Ci occupiamo di questa colonia da oltre quindici anni, assicurandoci sempre che gli animali stessero bene. Non ci sono parole per descrivere la gravità di ciò che è accaduto".
Dei gatti superstiti, solo due si sono salvati e sono ora sotto le cure amorevoli di una volontaria, mentre il resto della colonia è stato cancellato in un attimo.
Un’azione pianificata, forse, o dettata da una mente che non comprende il valore di quelle vite.
Porto Cervo, località simbolo di lusso e bellezza, si ritrova così a fare i conti con un episodio che svela il lato oscuro della convivenza tra uomo e ambiente. L’indignazione cresce tra chi conosceva la colonia e tra i tanti che ora chiedono giustizia per quei gatti, vittime di un gesto tanto vile quanto inspiegabile.
L’episodio ha riacceso il dibattito sulla tutela degli animali e sulla necessità di pene più severe per chi compie simili atrocità. Intanto, il condominio Alba di Ruda ha perso una parte del suo respiro: quei gatti non erano solo animali, erano una presenza discreta che dava vita a quel giardino, rendendolo più umano.
La comunità chiede risposte, mentre il dolore per questa strage rimane inciso nei cuori di chi quei gatti li conosceva e li amava. Una ferita che Porto Cervo non dimenticherà tanto facilmente.