SASSARI – Un nuovo capitolo si apre per la sanità del nord Sardegna con la posa della prima pietra del nuovo padiglione Materno-Infantile dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari. La cerimonia, svoltasi nel piazzale adiacente al Santissima Annunziata, ha visto la partecipazione delle istituzioni regionali, dei rappresentanti dell’Università di Sassari e delle autorità locali, segnando l’inizio di un progetto strategico destinato a migliorare l’assistenza sanitaria per madri e bambini.
"Oggi non assistiamo solo a un atto simbolico, ma a un impegno concreto nei confronti della comunità", ha dichiarato il direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano. "La realizzazione di questo padiglione rappresenta la costruzione di un futuro migliore, in cui la nostra sanità sarà sempre più in grado di rispondere alle sfide della modernità e dell’umanità".
L’intervento, finanziato con fondi regionali e nazionali, si inserisce in un più ampio programma di ammodernamento delle strutture sanitarie sassaresi. Il nuovo padiglione sorgerà nell’area dell’ex Palazzo Rosso e ospiterà le unità operative di Ostetricia e Ginecologia, Neonatologia con terapia intensiva neonatale, Pediatria, il Nido, il pronto soccorso pediatrico, la Cardiologia e Chirurgia Pediatrica, oltre alla Neuropsichiatria infantile.
Un progetto ambizioso, che risponde non solo a un’esigenza medica, ma anche sociale ed etica. "Investire nella salute materno-infantile significa investire nella qualità della vita di oggi e delle future generazioni", ha sottolineato Spano. "Questo padiglione sarà un luogo di accoglienza, di attenzione e di comprensione, dove la tecnologia si unirà alla sensibilità umana per garantire le migliori cure possibili".
La cerimonia ha visto la partecipazione del sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia, del rettore dell’Università di Sassari, Gavino Mariotti, della presidente della commissione regionale Sanità, Carla Fundoni, dell’assessore regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi, e del presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini. La benedizione è stata affidata all’arcivescovo di Sassari, monsignor Gianfranco Saba.
Un momento di grande valore simbolico, che arriva a 66 anni dall’inaugurazione della Clinica di Ostetricia e Ginecologia di viale San Pietro, quando a tagliare il nastro fu Laura Segni, moglie di Antonio Segni, futuro Presidente della Repubblica.
Per il professor Giampiero Capobianco, direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica e del Dipartimento Tutela Salute Donna e Bambino, il nuovo edificio rappresenterà un punto di svolta per la sanità materno-infantile in Sardegna. "Questo ospedale ha un grande valore simbolico e la posa della prima pietra è un momento fondamentale, perché a fine lavori consegnerà ai sardi del centro-nord una struttura all'avanguardia, come altre in Italia e in Europa".
Uno degli obiettivi più significativi sarà la centralizzazione di tutte le strutture dedicate all’area Materno-Infantile in un unico complesso, garantendo un’assistenza più efficiente e razionale. "Per la nostra Ostetricia e Ginecologia questa è una conquista – ha spiegato Capobianco –. Oltre agli ambulatori, il nuovo edificio ospiterà il centro di Procreazione Medicalmente Assistita e il centro di Diagnosi e Cura del Pavimento Pelvico. Anche le sale parto e operatorie saranno dotate di tecnologie avanzate, con la possibilità di sfruttare l’intelligenza artificiale".
I lavori, realizzati dal raggruppamento temporaneo d’impresa Salc-Gemmo e Angius di Sassari, prevedono la realizzazione del nuovo palazzo dell’ingresso e della Main Street, oltre ai collegamenti con le strutture esistenti, le nuove camere mortuarie e il completamento del blocco operatorio delle stecche.
L’intero progetto si svilupperà in più fasi, con una previsione di completamento tra i tre e i cinque anni, con l’obiettivo di garantire la piena operatività del padiglione nel minor tempo possibile e con i più elevati standard di qualità assistenziale.
A chiusura della cerimonia, le autorità hanno firmato il mattone simbolico della prima pietra, che è stato posato dal direttore generale Spano e dal sindaco Mascia. Un gesto che rappresenta l’inizio di un’opera destinata a cambiare il volto della sanità sassarese e a diventare un punto di riferimento per il territorio.