Lula, irregolarità negli allevamenti: task force scopre frodi sui fondi europei IGP

Alcune aziende zootecniche del territorio di Lula, nel Nuorese, avrebbero percepito indebitamente contributi europei legati alla denominazione di qualità I.G.P. “pecora sarda”, senza rispettare i criteri previsti dal disciplinare di produzione. A scoprirlo è stata una task force congiunta composta dai Carabinieri della Compagnia di Bitti, dagli ispettori del Ministero dell’Agricoltura per la repressione delle frodi agroalimentari di Sassari e dai medici veterinari della ASL n.3 di Nuoro, impegnati in una serie di controlli a tappeto sulle aziende locali.

L’azione di verifica si è svolta nel corso della scorsa settimana ed è stata finalizzata a verificare la corretta applicazione delle norme previste per l’allevamento ovino in regime di Identificazione Geografica Protetta (IGP), denominazione riservata solo agli ovini allevati secondo un rigido protocollo di qualità. L’adesione a questo disciplinare consente alle aziende di accedere ai premi agricoli dell’Unione Europea, a patto che vengano rispettati tutti i requisiti produttivi, sanitari e di tracciabilità previsti.

Secondo quanto accertato dai militari e dagli ispettori, alcune aziende non avrebbero rispettato le prescrizioni del disciplinare, pur continuando a beneficiare dei contributi comunitari per il periodo compreso tra il 2020 e il 2024. Le violazioni sono state contestate in base all’articolo 1 del D.Lgs. 297/2004, che regola i sistemi di qualità e l’utilizzo delle denominazioni protette, e all’articolo 2 della Legge 898/1986, che disciplina le indebite percezioni dei fondi agricoli europei sotto la soglia dei 5.000 euro.

Nel complesso sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 12.700 euro e, come previsto dalla normativa, saranno attivate le procedure di recupero delle somme indebitamente percepite da parte dell’organismo pagatore ARGEA Sardegna.

Un’operazione che richiama l’attenzione sull’importanza del rispetto delle regole in materia di contributi europei, soprattutto in un periodo in cui molti allevatori attendono ancora i pagamenti a causa di ritardi e blocchi burocratici, mentre altri – come dimostrano i fatti accertati – hanno beneficiato di fondi senza averne diritto. Le verifiche proseguiranno nei prossimi mesi anche in altri territori della provincia.

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