SASSARI – Sabato 5 aprile, dalle 13:30 alle 14:30 in Piazza Italia, si terrà una manifestazione promossa dal CIPI – Coordinamento Insegnanti per l’Inclusione, alla quale prenderanno parte i corsisti del IX ciclo del TFA sostegno dell’Università di Sassari, affiancati da colleghi di tutta Italia. Un presidio pacifico ma determinato, nato per denunciare il rischio di svuotamento della formazione degli insegnanti specializzati per il sostegno.
Al centro della protesta, l’equiparazione tra il TFA ordinario e i futuri corsi INDIRE, introdotta dal decreto legislativo n. 71/2024. Una scelta contestata dai docenti in formazione, che rivendicano la qualità e l’impegno richiesto dal TFA ordinario, percorso universitario a numero chiuso che prevede prove selettive, lezioni frontali, laboratori e un lungo tirocinio diretto a scuola. Un’esperienza immersiva che non può essere – spiegano – equiparata a una formazione online senza tirocinio, prevista invece per i corsi INDIRE destinati a chi ha almeno tre anni di servizio o un titolo estero.
«L’inclusione in classe si fa in presenza e non online» – si legge nella nota del CIPI –. «La differenza tra i due percorsi è abissale, sia in termini di qualità che di serietà. Il rischio è una svalutazione del ruolo dell’insegnante di sostegno e l’incremento del precariato specializzato, senza alcuna prospettiva di stabilizzazione».
Non meno forti le critiche rivolte al Decreto Ministeriale 32/2025, che consente alle famiglie di confermare il docente di sostegno dell’anno precedente, anche se non specializzato, scavalcando di fatto i titolari di TFA nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze. Una decisione che – secondo il Coordinamento – crea squilibri, clientelismi e aggira ogni principio di meritocrazia.
La mobilitazione è quindi duplice: contro la sovrapposizione tra percorsi formativi diseguali e per chiedere continuità, ma con competenza, stabilizzando i docenti formati con il TFA. La battaglia è anche costituzionale: gli organizzatori citano gli articoli 3, 33, 34 e 97 della Carta, evidenziando possibili violazioni del diritto allo studio, dell’uguaglianza e della libertà d’insegnamento.
Alla manifestazione sono invitati non solo i docenti ma anche studenti, famiglie, sindacati, associazioni e cittadini che credono in una scuola realmente inclusiva, dove il diritto allo studio degli alunni con disabilità venga garantito attraverso una formazione seria, in presenza e con solide basi professionali.
“Per il diritto all’inclusione non si riduce la formazione”: è questo lo slogan che sabato prossimo accompagnerà cartelli, volantini e interventi in piazza. Una battaglia che non è contro qualcuno, ma per la qualità dell’inclusione, e quindi per la scuola pubblica.