In un momento storico denso di criticità e interrogativi istituzionali, due voci autorevoli del panorama sindacale isolano, Nicolò Li Castri e Gerardo De Rosa, si ergono con lucida fermezza a tutela dell’identità giuridica, professionale e storica del Corpo barracellare, presidio ineludibile di legalità, sorveglianza rurale e salvaguardia ambientale della Sardegna.
«Siamo al lavoro, come sempre, per tutelare i territori e collaborare con le compagnie e gli enti» – affermano con decisione i due dirigenti, rispondendo così alle recenti preoccupazioni sollevate da una svista normativa che, nella foga di una semplificazione legislativa, ha visto inserito nel calderone dell’abrogazione il Regio Decreto 403, ossia il testo fondante la cornice giuridica storica su cui poggia l’esistenza stessa dei barracelli.
Un errore che, pur non intaccando l’impianto normativo vigente in forza delle leggi regionali e statali successive, ha generato allarmismi, talvolta strumentali, che i rappresentanti sindacali non esitano a respingere con fermezza e lucidità.
«Senza ombra di dubbio possiamo accertare che si è trattato di una svista tecnica, non certo di una volontà politica deliberata nello smantellare l’istituto barracellare» – chiarisce Li Castri, figura centrale del movimento sindacale barracellare e profondo conoscitore della disciplina di settore. Egli rimarca come, spesso, gli agenti del corpo barracellare vengano superficialmente confusi con volontari delle associazioni di volontariato, mentre nella realtà giuridico-operativa essi costituiscono un’autentica struttura di polizia amministrativa locale, titolare di funzioni di polizia giudiziaria, a pieno titolo riconosciute ai sensi delle leggi vigenti poiché guardie dei comuni.
Il ruolo dei barracelli non si esaurisce infatti in attività di mera sorveglianza, ma abbraccia una funzione strategica nella prevenzione degli incendi, nella salvaguardia del patrimonio boschivo e costiero, nella vigilanza rurale e nella repressione degli illeciti agro-silvo-pastorali, in sinergia con le amministrazioni comunali e le autorità giudiziarie.
Un ruolo che diviene cruciale durante tutto l’arco dell’anno, con particolare intensità nei mesi estivi, quando il rischio incendi cresce esponenzialmente e il territorio necessita di una presenza capillare, esperta e coordinata; la Compagnia dei Barracelli di Alghero è un esempio lampante sostiene Li Castri.
Gerardo Di Rosa, dal canto suo, offre una riflessione di ampio respiro, sottolineando la necessità di collocare la vicenda all’interno del processo dinamico ed evolutivo dell’ordinamento giuridico italiano, il quale – per sua natura – è costantemente sollecitato da esigenze sistemiche e da impulsi provenienti dalla prassi istituzionale.
«Respingiamo ogni lettura catastrofista o deformante, che ha alimentato nei giorni scorsi una narrazione infondata, distorcendo i fatti per finalità speculative» – ammonisce Di Rosa, ribadendo come l’impianto normativo che regola la presenza dei barracelli nei Comuni della Sardegna resti solido, attuale e pienamente legittimato dal quadro giuridico regionale e nazionale.
Parole che trovano consonanza anche nelle recenti e ponderate dichiarazioni degli assessori Spanedda e Laconi, così come dei rappresentanti del Sindacato Autonomo Barracelli Chessa e Paddeu, con cui Confsal mantiene un costante e proficuo dialogo intersindacale.
Il messaggio dei due dirigenti sindacali è chiaro: noi non accettiamo che ci venga posto il silenzio da nessuno! Difendere il corpo barracellare non è solo una battaglia di categoria, ma una questione di civiltà giuridica e di tutela della coesione territoriale.
In tal senso, Di Rosa e Li Castri rinnovano il proprio impegno a presidiare ogni tavolo tecnico e istituzionale con competenza, rigore e spirito costruttivo, affinché venga ristabilita con urgenza ogni certezza normativa e si ponga fine a ogni ambiguità, ripristinando un quadro chiaro e coerente.
«I barracelli rappresentano un baluardo storico dell’identità sarda, un corpo di polizia rurale che ha saputo coniugare tradizione e modernità, spirito civico e operatività concreta – concludono i due dirigenti – ed è nostro dovere morale, prima ancora che sindacale, garantire loro la piena continuità giuridica e funzionale».
In un’epoca in cui le comunità locali chiedono sicurezza, prossimità e presidio costante del territorio, la figura del barracello emerge con rinnovata attualità, come simbolo di dedizione, professionalità e servizio alla collettività. E il sindacato, nella sua funzione di sentinella democratica, si fa ancora una volta portavoce e scudo di una delle istituzioni più autentiche e radicate della Sardegna.