Allo stadio "Carlo Castellani Computer Gross Arena", il Cagliari pareggia 0-0 contro l’Empoli, mantenendo sei punti di vantaggio sui toscani (30 contro 24), esattamente come nel turno precedente. Dirige l’incontro il signor La Penna della sezione di Roma 1.
D’Aversa, privo degli squalificati Gyasi e Fazzini e degli infortunati Ismajli e Maleh, opta per il 3-4-2-1 con Cacace ed Esposito a supporto di Kouamé. Nicola conferma lo stesso modulo visto col Monza: Palomino viene ancora preferito a Zappa, mentre alle spalle di Piccoli agiscono Viola e Luvumbo. Nel settore ospiti circa mille tifosi rossoblù, ammessi solo dopo il ricorso accolto dal TAR contro il divieto iniziale di vendita.
Primo tempo povero di emozioni: al 20’ Henderson, l’unico realmente pericoloso dell’Empoli, calcia dal limite dopo un contropiede orchestrato da Kouamé e Sambia, ma viene murato da Mina e Adopo. Al 24’ Caprile anticipa tutti su corner. Due minuti più tardi Piccoli riceve da Viola e tira col sinistro, ma Vàsquez blocca facilmente. Diverse le interruzioni per scontri fisici. Dopo un minuto di recupero, si va al riposo sullo 0-0.
Nella ripresa, Viola sfiora il palo con una punizione al 48’. Al 58’ Nicola cambia: dentro Gaetano e Coman per Viola e Luvumbo. Al 62’ Sambia ci prova su punizione, ma la palla esce di poco. Due minuti dopo Caprile salva su un’incursione di Cacace, servito da Sambia. All’87’, Caprile interviene ancora su un insidioso cross basso di Goglichidze. Dopo 4’ di recupero, il match termina a reti inviolate.
Per il Cagliari è un’occasione sprecata: contro un Empoli incerottato e ancora a secco di vittorie nel girone di ritorno, bisognava osare di più. I toscani non vincono dal 16 dicembre 2024 (4-1 al Verona), eppure tra andata e ritorno i rossoblù hanno racimolato un solo punto. La prestazione è apparsa priva di idee, timida e senza convinzione.
Tra i pochi a salvarsi dalla critica: Caprile, Mina e Adopo.
Sabato prossimo i rossoblù faranno visita all’Inter capolista, ancora in corsa per Scudetto, Coppa Italia e Champions League. Servirà un’impresa, ma soprattutto un atteggiamento diverso. A testa alta.