La politica in Italia non smette mai di sorprenderci, ma a volte riesce a farlo in modo talmente bizzarro da sembrare impossibile. Ecco il caso della campagna elettorale del centrodestra ad Alghero, che punta sullo straordinario progetto di un palatenda per eventi.
Quando l’ho sentito per la prima volta, ho pensato fosse una battuta, uno scherzo di cattivo gusto. Invece, a quanto pare, è la proposta cardine di chi aspira a governare la città. Due ipotesi si affacciano alla mente: o mancano le idee, o considerano gli algheresi dei decerebrati.
Così Enrico Daga, segretario del Partito Democratico di Alghero, non ha perso tempo a fustigare l’iniziativa. Con un’analogia tra la politica locale e le avventure del villaggio di Asterix, Daga ha sottolineato quanto la proposta del palatenda sia offensiva, non solo per gli avversari politici, ma per l’intera comunità che si pretende di guidare. La sua invettiva culmina in un appello a parlare di cose serie: sanità, disagio, imprese, giovani, innovazione, turismo. È come se il segretario volesse dire: "Lasciate il palatenda agli organizzatori di sagre, e parliamo di come risolvere i veri problemi della città".
Forza Italia non è rimasta in silenzio. In un comunicato stampa i rappresentanti del partito hanno sottolineato la contraddizione di Daga: pur denunciando il degrado della città, accoglie in coalizione tre assessori attualmente in carica, corresponsabili della situazione. L'accusa è chiara: Daga, che si presenta come l’oppositore, è in realtà parte integrante dell’amministrazione che critica.
La risposta di Forza Italia è un elogio alla propria coerenza e serietà. Si vantano di essersi liberati delle "mele marce" e di poter presentare un progetto alternativo per Alghero, guidato da Marco Tedde, un uomo che ha recentemente ricevuto un ampio consenso popolare.
Una coalizione che si descrive come liberale, civica e sardista, pronta a risolvere i problemi della città.
Ma le parole, come sappiamo, sono vento. È facile accusare e promettere; la vera sfida è governare. E quando la proposta principale è un palatenda, viene spontaneo dubitare della capacità di affrontare temi complessi come la sanità o il disagio sociale. Come diceva qualcuno, “il diavolo sta nei dettagli”, e un palatenda non basta certo a nascondere la mancanza di sostanza.
Questa vicenda mette in luce una triste realtà della politica locale: la mancanza di visione e la propensione alle sparate elettorali prive di contenuto. Gli algheresi meritano di meglio. Meritano politici che, al di là delle parole, abbiano un reale interesse a migliorare la città, non a trasformarla in un circo.