Occhio al nome di battesimo! Se quella di far scrivere “Giorgia” sulla scheda delle Europee è una scelta squisitamente elettorale della presidente del Consiglio Meloni, alle elezioni di Cagliari tutta la differenza tra i due schieramenti principali si basa sul nome dei candidati. In un singolare caso di omonimia, il centrosinistra ha deciso di candidare Zedda (Massimo) e il centrodestra si è affidato a Zedda (Alessandra). Nessun grado di parentela tra i due: d’altronde, nell’isola sarda sono circa un migliaio le famiglie che portano il cognome Zedda, la maggior parte concentrata nella provincia cagliaritana. Gli elettori del capoluogo, nell’urna, potranno orientarsi – oltre che guardando i nomi – con i simboli delle liste collegate ai due candidati principali. Dieci quelle collegate all’esponente del centrosinistra, tra cui Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza verdi sinistra, sette quelle a supporto della Zedda di centrodestra, tra cui Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Seggi aperti in concomitanza con quelli delle Europee, dalle 15 alle 23 di sabato 8 e dalle 7 alle 23 di domenica 9 giugno.
Qualora nessuno dei candidati cagliaritani superasse il 50% dei voti, trattandosi di un Comune con più di 15 mila abitanti, bisognerà ricorrere al ballottaggio, che si svolgerà il 23 e il 24 giugno. È possibile il voto disgiunto, barrando il rettangolo del candidato sindaco e il simbolo di una lista a lui non collegata. Infine, nel caso in cui si esprimano due preferenze di consiglieri comunali – il limite massimo -, il sesso dei candidati deve essere diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza indicata. Tornando ai concorrenti per la corsa a Palazzo Bacaredda, oltre ai due Zedda, ci sono – ma staccati nei sondaggi – Emanuele Corda, di Alternativa, Claudia Ortu, di Cagliari popolare, e Giuseppe Farris, di Civica 2024. Negli Negli ultimi 20 anni, a Cagliari, le elezioni le ha vinte sempre il centrodestra. Eccetto due volte. È nel 2011 che avviene il cambio di rotta. Un 35enne, iscritto a Sinistra ecologia e libertà di Nichi Vendola, ottiene l’investitura alle primarie del centrosinistra, battendo il senatore del Pd Antonello Cabras. Si tratta di Massimo Zedda, figlio d’arte della politica: suo padre, Paolo, è stato un dirigente del Partito comunista italiano. Il figlio, giovanissimo, inizia a militare nello stesso partito del padre. Poi passerà attraverso le varie sigle del mondo della sinistra nate con il tramonto della Prima Repubblica, fino a creare il suo soggetto politico nel 2022, il Partito progressista. È tra i vendoliani che ottiene l’exploit, appunto, diventando primo cittadino di Cagliari, al ballottaggio contro Massimo Fantola del centrodestra.
L’amministrazione Zedda viene premiata dai cittadini, tant’è che cinque anni dopo l’elezione, nel 2016, lui conquista il secondo mandato da sindaco al primo turno.
Non gli va altrettanto bene alle elezioni regionali dal 2019 dove, da candidato del centrosinistra, perde contro Christian Solinas. Si dimette dalla carica di primo cittadino per assumere l’incarico di consigliere regionale di opposizione. È in questo contesto che fonda i Progressisti e, nelle elezioni regionali dello scorso febbraio, sigla un accordo con la candidata del Movimento 5 stelle, Alessandra Todde. I circa 20 mila voti di Zedda si riveleranno determinanti per l’elezione della grillina su cui ha puntato il campo largo. Oggi, il 48enne è l’uomo che quello stesso campo largo sardo ha scelto per un nuovo obiettivo: tentare, dopo la Regione, il bis nel capoluogo. Per lui sarebbe il terzo mandato da sindaco. Gli ultimi sondaggi pubblicati danno Zedda (Massimo) in testa: ormai da qualche anno, a Cagliari, spira il vento della sinistra. Nel capoluogo, sia alle Politiche del 2022 sia alle Regionali del 2024, il centrosinistra ha ottenuto la maggioranza dei consensi.
Anche Zedda (Alessandra) è una decana della politica. A 57 anni, ha già ricoperto più volte il ruolo di consigliera e assessora regionale. La sua candidatura a sindaca di Cagliari, in un primo momento, provoca uno scossone nella coalizione del centrodestra isolano: lo storico soggetto regionalista, il Partito sardo d’azione, decide di lasciare il tavolo delle trattative poiché non gli è concesso di candidare il suo Gianni Chessa. Poi la crisi rientra. Ma Zedda non potrà comunque contare sull’appoggio, ad esempio, di un altro volto del centrodestra sardo, Giuseppe Farris, che partecipa alla tornata da indipendente. A chi le imputa una sorta di continuità con il mandato del meloniano Paolo Truzzu, risponde che «è in malafede e utilizza questa argomentazione per denigrarla». Nell’amministrazione cagliaritana, Zedda entra per la prima volta nel 2001, quando viene nominata assessora agli Affari regionali. Dieci anni più tardi, nella giunta regionale di Ugo Cappellacci, guida l’assessorato all’Industria. In corsa, le viene poi affidato l’assessorato al Bilancio.