Sanità dimenticata: la denuncia di Christian Mulas sulla chiusura del Punto Nascita di Alghero

  “Una ferita aperta, che continua a sanguinare e indebolisce ogni giorno il diritto alla salute dei cittadini di Alghero e del territorio.” Così Christian Mulas, presidente della commissione sanità e capogruppo di Orizzonte Comune, ha espresso la sua ferma condanna alla gestione sanitaria della Regione Sardegna e all’attuale governo regionale, in occasione dell’anniversario della chiusura del Punto Nascita dell’Ospedale Civile di Alghero. 

  “È passato un anno da quando il reparto è stato chiuso per presunti lavori urgenti. Doveva riaprire ad aprile 2024, e invece è rimasto un cantiere fermo, un simbolo dell’abbandono da parte delle istituzioni regionali.” Mulas non si limita a denunciare un fatto: evidenzia una realtà che si allarga e si aggrava giorno dopo giorno, mentre la politica regionale sembra concentrata su progetti lontani dalla quotidianità, come il posizionamento delle pale eoliche e il progetto del treno a idrogeno. “Mentre discutono di soluzioni futuristiche, noi siamo costretti a fare i conti con i problemi reali e immediati della sanità. E il risultato è che le famiglie di Alghero, i nostri figli, sono obbligati a spostarsi a Sassari per venire al mondo,” dichiara Mulas. Per il presidente della commissione sanità, la chiusura del Punto Nascita è solo la punta dell’iceberg di una crisi che sta colpendo duramente tutto il sistema sanitario dell’isola. 

  “Ridurre gli orari del servizio pediatrico e chiudere un reparto fondamentale come il Punto Nascita non è solo una scelta scellerata: è un colpo mortale alla nostra città e al suo futuro. Se non nasceranno più bambini ad Alghero, che ne sarà della nostra comunità, della nostra identità? È una lenta estinzione sociale e culturale.” Mulas sottolinea che l’abbandono della sanità pubblica da parte della Regione è una minaccia esistenziale per la Sardegna stessa. “Il governo regionale sembra aver dimenticato cosa significhi realmente prendersi cura del proprio popolo. Inseguono idee lontane, progetti di facciata, ma intanto i reparti chiudono, i servizi si riducono e i costi per i cittadini aumentano. E questo è il prezzo che pagano i sardi, ogni giorno, sulla loro pelle.” La mancanza di un piano sanitario concreto, accusa Mulas, sta trasformando la Sardegna in una terra sempre più svuotata, dove le persone sono costrette a migrare non solo per trovare lavoro, ma persino per ricevere cure basilari. “Non possiamo più tollerare questa politica che mette in secondo piano la nostra salute e la nostra dignità. La Regione ha il dovere di garantire ai suoi cittadini il diritto alla salute, senza ulteriori scuse e senza altri rinvii.” La richiesta è chiara e pressante: riaprire i reparti, ripristinare i servizi, restituire ai cittadini di Alghero e della Sardegna una sanità che sia degna di questo nome. “Siamo stanchi delle promesse disattese. La Sardegna merita una sanità di qualità, un sistema che non costringa le famiglie a scegliere tra la propria terra e il diritto alla salute. È tempo di agire, di restituire dignità e servizi ai nostri centri abitati prima che diventino spazi vuoti e senza futuro.”

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