Il Centro Studi Agricoli lancia un ambizioso progetto denominato "Rinascimento Agricolo Sardo 2040 (RAS)", articolato in sedici punti strategici. Un piano straordinario pensato non soltanto per risollevare economicamente il comparto agricolo e zootecnico della Sardegna, ma anche per valorizzarlo dal punto di vista culturale, ambientale e della biodiversità. Il progetto si inserisce nel contesto del dibattito sulla manovra finanziaria regionale, attualmente al terzo mese di esercizio provvisorio.
Secondo il CSA, l'attuale crisi del settore agricolo è dovuta principalmente alla mancanza di una visione regionale, essendosi finora affidati esclusivamente ai piani europei come la PAC e i PSR/CSR, insufficienti per affrontare le nuove sfide globali. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: agricoltori e allevatori sfiduciati, un'età media degli operatori che supera i 54 anni, una burocrazia soffocante e ritardi cronici negli indennizzi.
Il piano "RAS 2040" propone così una rivoluzione concreta attraverso l'approvazione di una legge regionale che definisca chiaramente gli obiettivi strategici per il rilancio agricolo nei prossimi dieci anni, con uno stanziamento complessivo di 2 miliardi di euro.
Ecco integralmente i sedici punti del programma:
Approvazione di una Legge Regionale sull’agricoltura sarda che indichi le linee di rilancio per i prossimi 10 anni.
Stanziamento di risorse destinate all’agricoltura pari a 2 miliardi di euro nei 10 anni.
Rilancio delle filiere: suinicola, con la promozione di allevamenti in semi-brado; bovini da carne, con la promozione degli allevamenti in semi-brado e la creazione di centri di ingrasso per limitare la svendita dei vitelli e/o vitelloni in altre regioni; bovini da latte, con il rilancio del sistema Arborea e la promozione del latte vaccino tra tutte le utenze ubicate in Sardegna; ovini da latte, con un giusto riconoscimento delle pratiche pastorali nei terreni delle aree interne e, in particolare, sulle terre civiche; caprini, con il rilancio dell’allevamento caprino sardo da latte, sia per razze sarde che per razze da latte diverse.
Rilancio di colture ad alto reddito, come la filiera delle piante officinali.
Rilancio delle produzioni di grano duro, riso, pomodori da industria, barbabietola da zucchero, leguminose, con la creazione di distretti di coltivazione e la stipula di contratti di filiera per singola coltura.
Rilancio delle coltivazioni orticole, come il carciofo spinoso sardo e altre colture orticole, creando distretti di coltivazione territoriali.
Approvazione di una Legge Regionale di riordino dei comprensori irrigui gestiti dai consorzi di bonifica oggi presenti.
Promozione di accordi commerciali regionali per incentivare il consumo di prodotti agricoli sardi nelle strutture turistico-alberghiere operanti in Sardegna.
Approvazione di una Legge Regionale per la regolamentazione pluriennale dell’assegnazione di oltre 900.000 ettari di terre civiche.
Promozione e programmazione di un piano regionale olivicolo e viticolo, con una strategia di produzione e un nuovo piano di trasformazione dei prodotti, incentivando cooperative di secondo livello per la commercializzazione di vino e olio con marchi comuni.
Approvazione di una Legge Regionale che preveda aiuti e fideiussioni per gli imprenditori agricoli che intendano acquistare terreni agricoli, con finanziamenti della SFIRS Regionale sul modello ISMEA.
Riduzione del RLS da 25.000 euro a 10.000 euro nei bandi CSR Sardegna, per agevolare l’accesso alle misure destinate al comparto olivicolo.
Piano di prevenzione e controlli su tutte le merci introdotte in Sardegna, predisponendo posti fissi di controllo veterinario e agronomico in porti e aeroporti.
Promozione dell’allevamento e sviluppo delle razze autoctone sarde, con incentivi contributivi e assistenza tecnica.
Promozione e coltivazione di cultivar e varietà agricole autoctone sarde, con incentivi e assistenza tecnica.
Approvazione di un piano regionale straordinario per il recupero dei terreni agricoli in stato di abbandono, con assegnazione in comodato oneroso a imprese agricole sarde.
"RAS 2040" diventa dunque un progetto non solo simbolico—la sua sigla richiama volutamente quella della Regione Autonoma della Sardegna (RAS)—ma fortemente concreto, pensato per restituire dignità e centralità economica al settore agricolo e zootecnico isolano, con i giovani protagonisti del rilancio.