Il General Manager Federico Pasquini fa il punto sulla situazione-Dinamo: “Contro determinate squadre facciamo più fatica”

Un intervento per fare il punto sulla situazione. ?Il General Manager della Dinamo Banco di Sardegna, Federico Pasquini, ha partecipato al “Podcast Tripla Doppia” con il direttore di “all-around.net” Fabrizio Noto e altri ospiti tra cui lo storico giornalista di basket Werther Pedrazzi. Ha voluto chiarire alcuni aspetti di una situazione al momento assai deficitaria in casa sassarese: “Due momenti fondamentali: il primo che si traduce nell’avere praticamente undici giocatori nuovi rispetto alla passata stagione.-ha detto Pasquini-In sintesi mancanza di equilibrio e necessità di tempo per creare la chimica giusta. Il secondo che all’inizio è stato un vantaggio ovvero iniziare prima, ma la sconfitta in finale con Bonn nel preliminare di Champions ha lasciato scorie che si sono tramutate in due – tre settimane negative di lavoro, costate la partita che oggi avrebbe significato essere a 10 punti, a 2 punti dai playoff, ovvero l’esordio con Scafati”. Poi ha proseguito: “Sono tutti ragazzi che lavorano bene, che sono arrivati con forti motivazioni, purtroppo oggi il mercato italiano non è la prima scelta, ci sono Spagna, Turchia, paesi asiatici, Australia, la G-League che trattiene pagando gli americani, è molto complesso, io preferisco chiudere la squadra prima perché per esperienza in questi 14 anni, se prendi un giocatore a luglio o successivo significa che probabilmente ha scartato almeno 7-8 opzioni e accetta non venendo con la stessa fame e con lo stesso spirito di cui ha bisogno una squadra come Sassari, dove ovviamente c’è anche più pressione e il livello di aspettativa è molto alto. Secondo fattore, abbiamo avuto l’Eurolega e la possibilità di prendere giocatori che potessero avere una vetrina assoluta, oggi non lo puoi più fare e ti scontri con una concorrenza spietata e con squadre che hanno investito parecchi soldi, bisogna resistere, tenere botta, ad essere equilibrati sia quando hai annate molto buone, sia quando fai più fatica.” Quindi Pasquini spiega il suo lavoro di “scouting” a tutto tondo: “Inizio a settembre con un giro generale dei campionati europei a livello statistico per poi entrare specificatamente nel dettaglio di ogni torneo da ottobre. Quelli che oggi guardiamo di più per tante ragioni sono Germania, Francia (che ha acquisito molto potere con il fatto che dall’NBA ci guardano molto), Finlandia, Belgio, Australia per poi guardare giocatori di squadre di medio – basso livello in Spagna, Turchia, Cina che hanno budget illimitati nelle prime otto – dieci. Anche in G-League è difficile perché adesso i giocatori guadagnano e aspettano di giocarsi le loro carte almeno un paio d’anni prima di entrare nel mercato europeo. Faccio poi un esempio che rende l’idea, l’anno scorso che è stata ritenuta una stagione modesta dopo due semifinali Scudetto consecutive, cinque giocatori hanno firmato contratti con aumenti di almeno 20% rispetto alla stagione appena terminata da noi. Il mercato post Covid ha subito un cambiamento epocale, prima l’Italia era il 2° mercato europeo e potevi offrire l’Eurolega anche a club come il nostro, oggi devi avere la possibilità di tenere giocatori anche per altre ragioni,che possono essere la serietà de club, la qualità della vita a Sassari o il senso di appartenenza di chi ci è nato o ci è arrivato da ragazzino, ma anche su questo ci vuole fortuna perché le storie alla Bendzius, Spissu, Diop non hai garanzia di poterle ripetere. Vedo nell'appartenenza anche la capacità di diventare squadra immediatamente a prescindere da quanto tempo sei a Sassari, non dimentichiamoci che abbiamo vinto lo Scudetto con tutto il quintetto nuovo e la stessa cosa è successa nel 2019 nell’anno di Esposito-Pozzecco, dove si ripartì da Polonara Spissu e Pierre, ma il telaio del quintetto era praticamente tutto nuovo”. Sul settore giovanile: “Volevo prendere Sasha Grant quando era in Sardegna, ma non potevo offrirgli un campionato all’altezza, l’isola purtroppo non ti dà la possibilità di competere con i campionati di eccellenza dove ti confronti ogni partita con i migliori, noi abbiamo la fortuna di avere la serie C dove far giocare i nostri under 19. In questi anni, comunque, ci sono giocatori che hanno fatto carriera, Spissu, Chessa, Gallizzi ora a Legnano, Pisano a Fabriano o Dore a Blu Orobica Bergamo. Ci sono tanti playground a Sassari, tanti ragazzini che giocano, 4-5 società che lavorano molto bene. Una nota positiva l’ha creata la Lega con la Next Generation che dà la possibilità ai ragazzi di seguire il proprio sogno, di giocare contro quelli più forti, di confrontarsi, di misurarsi, per noi è molto importante. Tornando alla costruzione della squadra, in realtà gli italiani che abbiamo preso li seguivamo da molto tempo, sappiamo che occorre pazienza ma c’è la volontà di ricreare un’identità che parte dalla base italiana secondo le nostre possibilità. E crediamo che questi italiani possano essere il nostro futuro. Oggi in Italia è durissima con tante squadre che hanno un super budget, tante realtà nuove, una concorrenza spietata, è cambiato molto. Reggio Emilia va presa in seria considerazione, squadra fisica, tosta, allenata benissimo così come oggi Trapani è la squadra più forte, lungo, profonda, ha tutto talento, esperienza, Repesa sta facendo un lavoro straordinario, hanno fame ed energia e hanno avuto un impatto economico molto rilevante, possono anche arrivare fino in fondo. Queste unite a quelle squadre che da tempo sono ai vertici rendono il campionato italiano di quest’anno di altissimo livello”. Le Coppe Europee potrebbero distrarre. Pasquini è laconico: “Sicuramente ti aiuta a creare la chimica giocando due volte alla settimana, ti conosci prima, i giocatori sono facilitati in questo, poi paghi però a livello di energie e viaggi. Tra Venezia e Le Portel abbiamo viaggiato 45 ore in 5 giorni, siamo tornati mercoledì notte a Sassari, giovedì per recuperare e poi due allenamenti prima di Reggio, non è semplice. Nella mia esperienza comunque sono sempre stato favorevole alle Coppe perché, quando c’è qualcosa da aggiustare dal campionato, giocare serve e ti può pulire determinati problemi. Quando incontriamo determinate squadre facciamo molta più fatica, come per esempio a rimbalzo contro Reggio Emilia che è squadra molto atletica. A Venezia abbiamo vinto di sistema giocando benissimo, devi essere perfetto in queste partite, non vorremmo toccare niente ma dobbiamo vedere sicuramente lo stato di Sokolowski dopo gli ultimi esami di questi due giorni”. Sokolowski è fuori per infortunio: “Lui ha avuto un problema al piede in nazionale contro l’Estonia, ha seguito tutto l’iter dal punto di vista del recupero, è una parte delicata, vediamo mercoledì all’ultima visita definitiva quello che sarà il responso. È un giocatore che ci manca, perfetto equilibratore quando la squadra è oliata, e quando lo stava diventando lui si è infortunato. È stato il secondo giocatore firmato, la sua assenza ci toglie sicuramente, vediamo come muoverci questa settimana". Per chiudere spazio al colpo più bello di mercato e al più grande rimpianto “Sicuramente Pierre perché veniva da una squadra penultima in classifica in Germania, mi colpì l’approccio pazzesco che aveva in ogni incontro nonostante giocasse in una squadra debole, ragazzo straordinario, non pensavo poi arrivasse a cinque anni consecutivi al Fenerbahce in Eurolega, ero però convinto che diventasse un vero giocatore. Poi per l’impatto che ha avuto nel triplete Shane Lawal, il vero capo della banda, fondamentale sul gruppo, giocava a -45 gradi ad Astana con i palazzetti vuoti con un’energia e una carica pazzesca, non si è mai risparmiato, ha fatto il record di 6 trofei in una stagione (3 con noi) poi lo ha pagato in carriera. Onestamente Petway perché veniva da una finale di Eurolega e un ruolo importante nell’Olympiakos. Lo avevamo preso per fare il protagonista, non riuscì a girare perchè è sempre stato un gregario, fu un grande errore”.

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