Quando nella giornata di sabato 4 di settembre vennero trovati a Maristella i poveri resti di Antonietta Canu, la donna algherese di 71 anni, fu proprio il luogo del rinvenimento a suscitare dubbi e perplessità. I cadavere venne trovato tra gli arbusti della campagna incolta di Maristella a breve distanza dall'abitazione della donna, poco più di un centinaio di metri. Oltre 2 mesi di battute, era scomparsa il 13 di luglio, centinaia di addetti e volontari, perfino i cani specializzati nel ritrovamento delle persone, nessuna traccia. Poi quel sabato spunta il corpo, a due passi dalla sua casa di Maristella. Come atto conseguente al ritrovamento viene eseguita la perizia necroscopica e probabilmente sono emersi elementi tali da indurre la magistratura sassarese, il fascicolo è nelle mani del sostituto procuratore Enrica Angioni, a iscrivere nel registro degli indagati il nipote della donna con il quale divideva l'abitazione a Maristella. Dall'autopsia sarebbe emerso che Antonietta Canu non è morta di inedia, di stenti e per ragioni naturali, ma è stata uccisa. Come e soprattutto perchè.
Iscrizione del nipote sul registro degli indagati è probabilmente la conseguenza dei risultati della perizia necroscopica i cui dettagli verranno annunciati il prossimo 15 di novembre. Il giovane, che al momento è a piede libero, era già stato sentito dai Carabinieri della Compagnia di Alghero ma ora su di lui si addensano inquietanti interrogativi.