Lingua Blu: Il dramma dei pastori sardi e la protesta annunciata a Cagliari

  Il problema della Lingua Blu, una malattia virale che colpisce duramente gli allevamenti ovini, torna a scatenare proteste in Sardegna. Nonostante le vaccinazioni e le misure prese nel corso degli anni, la malattia è ormai endemica sull'isola e sta causando perdite significative per i pastori. Il Movimento Pastori Sardi (MPS), di fronte alla mancanza di risposte concrete, ha indetto una grande manifestazione a Cagliari, prevista tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre, per chiedere azioni immediate da parte della Regione.

  Il virus della Lingua Blu, noto anche come "blue tongue", non è una novità in Sardegna. La malattia è comparsa per la prima volta sull'isola nel 2000 e da allora ha continuato a flagellare il settore ovino, nonostante le campagne di vaccinazione. La Sardegna è particolarmente vulnerabile a causa della sua posizione geografica e del clima, che favoriscono la diffusione della malattia attraverso insetti vettori come i moscerini Culicoides, che trasmettono il virus agli animali.

  Con il passare degli anni, la Lingua Blu si è stabilita come una presenza costante, provocando aborti, la morte dei capi infetti e la riduzione della produzione di agnelli, causando danni economici ingenti agli allevatori. Nonostante l’impegno delle autorità sanitarie nel promuovere la vaccinazione, la presenza di ben 27 sierotipi diversi del virus ha complicato ulteriormente la situazione, rendendo difficile una profilassi efficace e mirata.

  La situazione critica del comparto ovino non dipende solo dalla Lingua Blu. Negli ultimi anni, gli allevatori sardi hanno dovuto affrontare una serie di difficoltà che hanno messo in ginocchio molte aziende. La siccità sempre più frequente ha ridotto drasticamente le risorse idriche, compromettendo la produzione di foraggio e aumentando i costi di gestione. A queste difficoltà si sono aggiunti i ritardi nella riscossione dei premi comunitari e regionali, fondi essenziali per il sostentamento delle aziende. Le promesse di sostegno economico si sono spesso tradotte in ristori parziali, insufficienti a coprire le reali perdite subite dagli allevatori.

  Roberto Congia, esponente del Movimento Pastori Sardi, ha ribadito che non basta indennizzare solo le pecore morte: "Subiamo un danno economico enorme non solo per la perdita degli animali, ma soprattutto per la mancata produttività. La Regione deve attivarsi per fornire indennizzi adeguati che compensino il reddito perso, anche a causa dell'aborto degli agnelli". Inoltre, Congia sottolinea come la ricerca sui vaccini debba essere intensificata: "Abbiamo bisogno di soluzioni mirate che tengano conto della varietà dei sierotipi presenti in Sardegna".

  La protesta annunciata a Cagliari sarà il culmine di una lunga serie di tensioni tra i pastori sardi e la Regione. Durante una riunione a Tramatza, che ha visto la partecipazione di oltre 130 allevatori, il Movimento Pastori Sardi ha deciso di organizzare un presidio di protesta che potrebbe durare più di un giorno. L'obiettivo è chiaro: chiedere alla Regione di attivare strumenti concreti per la prevenzione della Lingua Blu e per garantire indennizzi adeguati alle perdite subite.

  La protesta del MPS non è solo una reazione alla Lingua Blu, ma anche un grido di allarme per un settore che si sente abbandonato. La crisi economica del settore ovino, aggravata dalle sfide climatiche e dalla gestione della malattia, sta portando alla chiusura di numerose aziende. "Se la Regione non ci aiuta a rialzarci, perderemo posti di lavoro e una parte importante della nostra economia," ha dichiarato Congia.

Le richieste del MPS sono precise e mirano a un cambiamento strutturale nel modo in cui la Regione affronta la questione della Lingua Blu. In particolare, il Movimento chiede:

  1. Prevenzione efficace: Un impegno concreto da parte della Regione nel potenziare la ricerca sui vaccini e trovare soluzioni mirate per i sierotipi presenti nell'isola.
  2. Indennizzi adeguati: La richiesta di un sistema di ristoro che compensi non solo le morti degli animali, ma anche la mancata produttività causata dagli aborti e dal calo nella produzione di agnelli.
  3. Sostegno economico: Maggiore velocità nella riscossione dei premi comunitari e regionali per evitare ulteriori ritardi che mettono in difficoltà gli allevatori.
  4. Soluzioni strutturali: Un piano di sviluppo per il settore ovino che tenga conto non solo delle emergenze sanitarie, ma anche delle sfide future legate al cambiamento climatico e alla sostenibilità economica.

  Alcuni osservatori sottolineano come la gestione della Lingua Blu in Sardegna, nonostante l'endemicità della malattia, sia stata spesso trattata come un problema marginale rispetto ad altre emergenze. La complessità dell'argomento, con implicazioni economiche, ambientali e sanitarie, richiederebbe un piano di intervento coordinato tra la Regione e il Ministero della Salute, che fino a ora non è mai stato pienamente attuato. Le richieste di una maggiore ricerca locale sui sierotipi del virus sono rimaste in gran parte inascoltate, lasciando spazio a vaccini poco efficaci e a una profilassi che non risponde pienamente alle esigenze degli allevatori.

  La situazione del comparto ovino sardo, da anni in crisi, non può più essere ignorata. La Lingua Blu è solo la punta dell'iceberg di una serie di problemi che rischiano di travolgere definitivamente un settore fondamentale per l'economia e l'identità dell'isola. La manifestazione annunciata dal Movimento Pastori Sardi non è solo una richiesta di aiuto, ma un atto di resistenza di fronte a una crisi che, se non affrontata in modo deciso, potrebbe segnare la fine di una tradizione millenaria.

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