Ad Alghero, il Capodanno si annuncia senza fuochi d'artificio, almeno sul piano dell'ambizione. Il Cap d'Any 2024-2025, presentato ieri alla stampa, punta su una programmazione di un mese che, pur vantando collaborazioni e iniziative diffuse, non sembra discostarsi dalla consuetudine. Le luci, i mercatini, i concerti, e persino i Negramaro, pur apprezzabili, danno l’idea di un evento costruito più per non deludere che per entusiasmare.
Il sindaco Raimondo Cacciotto e il presidente della Fondazione Alghero, Graziano Porcu, hanno parlato di “una città sempre viva, più attraente e curata”, di un lavoro di squadra capace di coinvolgere istituzioni e associazioni locali.
Belle parole, certo, ma alla prova dei fatti si percepisce una progettualità trattenuta, quasi timorosa di osare. L’atmosfera promette intimità, qualche tocco di eleganza, ma nulla che lasci un segno indelebile.
Il calendario si snoda tra tradizioni natalizie, teatro, musica e iniziative per le famiglie. Torna il Festivalguer, un appuntamento storico, e non mancheranno eventi consolidati come il Birralguer e il Natale a Fertilia. I mercatini, decorazioni urbane e attività nei quartieri completano il quadro, senza però scostarsi dal già visto.
I veri nomi di richiamo sono relegati a due serate nel Piazzale della Pace. Il 30 dicembre sarà la volta del Deejay Time con Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso, mentre la notte di San Silvestro spetterà ai Negramaro il compito di chiudere l’anno. Una scelta sicura, che punta sul grande pubblico senza correre rischi, ma che non basta a dare al Cap d'Any il carattere di evento imperdibile.
Dietro le dichiarazioni di entusiasmo, emerge un Capodanno che si muove con prudenza, più vicino al risparmio che alla spinta creativa. La Sardegna intera cerca da tempo di rilanciarsi, ma ad Alghero sembra mancare quella scintilla capace di trasformare una festa locale in un evento di riferimento. Forse è il segno dei tempi, o forse solo una questione di prospettiva. Di sicuro, chi verrà ad Alghero troverà una città vestita a festa, ma che ha preferito rimanere saldamente ancorata alla tradizione.