Questa è una storia di disillusione, di giustizia negata e di un legame familiare spezzato. Una storia che ha come protagonista un padre, vittima di un sistema che troppo spesso sembra dimenticare che i figli non sono proprietà esclusiva di uno solo dei genitori. Lui vive in Germania con il figlio maggiore, ormai quasi maggiorenne, mentre il minore è rimasto in Italia con la madre. Una distanza geografica che è diventata, col tempo, una distanza affettiva, scavata a colpi di sentenze che non hanno saputo tutelare il diritto alla bigenitorialità.
“Quando mia moglie decise di separarsi, tornò in Italia con i nostri figli – racconta l’uomo –. Poco dopo il maggiore tornò in Germania, dove oggi vive con me. Ma per il minore, affidato a lei, le cose sono andate diversamente. Il Tribunale ha stabilito che posso incontrarlo in Italia quando voglio, ma che lui può venire in Germania solo con il consenso della madre. Di fatto, questo consenso non c’è mai stato, se non per periodi brevi e sporadici, del tutto insufficienti per costruire un rapporto affettivo solido.”
Il racconto del padre, raccolto dall’associazione Codici, è un grido di dolore e di rabbia.
“Il Tribunale non ha mai disciplinato in modo adeguato la bigenitorialità – prosegue –. Ha lasciato tutto al buon senso e alla volontà di una sola parte, senza considerare l’effetto devastante di questa scelta. Mio figlio è arrivato a odiare la Germania, a evitare di comunicare con me e con suo fratello maggiore. Questo non sarebbe accaduto se fossero state stabilite regole chiare per le visite e le vacanze.”
La vicenda, come tante altre, mette in luce una falla profonda nel sistema giudiziario. “Ci troviamo di fronte all’ennesima ingiustizia – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. Il diritto alla bigenitorialità è sancito dalla legge, ma spesso viene ignorato. I padri separati si trovano così a lottare contro sentenze che non tengono conto delle loro esigenze né, soprattutto, di quelle dei figli.”
Il caso di questo padre, anonimo per tutelare la privacy, non è isolato. È una delle tante storie che Codici denuncia attraverso la campagna “Voglio papà”, un’iniziativa che da anni sostiene i padri separati in difficoltà. “Queste situazioni sono inaccettabili – conclude Giacomelli –. Non possiamo permettere che il rapporto tra un genitore e un figlio venga distrutto da decisioni che non proteggono il diritto alla bigenitorialità. Le istituzioni devono agire, perché i figli hanno bisogno di entrambi i genitori, e i padri hanno diritto di essere presenti nella loro vita.”
La battaglia continua, tra tribunali che ignorano i diritti, famiglie che si sgretolano e padri che si aggrappano a un filo di speranza. Un filo che, per molti, è ormai logoro.