La giunta Todde compatta nel difendere il territorio, si va verso uno scontro istituzionale.
Cagliari, 13 settembre 2024 – La Regione Sardegna ha espresso un parere fortemente negativo sul Piano di Gestione dello Spazio Marittimo “Tirreno-Mediterraneo Occidentale” proposto dal Governo, segnando una netta presa di posizione contro quella che viene vista come una proposta inefficace e lacunosa.
L'assessore degli enti locali, Francesco Spanedda, ha spiegato i motivi del rifiuto: "Nonostante le nostre osservazioni durante le discussioni tecniche, il Piano continua a essere privo di misure adeguate per le aree oltre le 12 miglia nautiche. Così com’è, non offre né certezza giuridica per le istituzioni né tutela per gli operatori del settore, e soprattutto esclude la partecipazione attiva delle comunità locali". Un’accusa chiara: il documento, così redatto, appare più come un abbozzo che un vero strumento operativo.
L’assenza di regolamentazioni puntuali e di risorse economiche per realizzare le opere previste, oltre alla mancata definizione di criteri per gli impianti eolici off-shore, sono tra le principali criticità sollevate dall’assessore. "La Regione chiede garanzie chiare: il limite per gli impianti deve essere fissato a 25 miglia dalla costa, fuori dalla vista delle aree panoramiche, e vanno esclusi cavi o infrastrutture nelle zone tutelate. Inoltre, servono studi rigorosi sugli impatti cumulativi degli impianti e un tetto massimo di potenza installabile, come previsto dal PNIEC."
L'assessora all’ambiente, Rosanna Laconi, ha rincarato la dose, parlando senza mezzi termini di "un’opportunità persa" da parte del Governo: "Siamo di fronte a un piano incompleto che, anziché tutelare l’ambiente e il nostro paesaggio, lascia campo libero alla deregulation. La Sardegna è l’unica Regione ad opporsi e non arretreremo di un millimetro. Se necessario, siamo pronti a portare le nostre rivendicazioni in Parlamento e, qualora fosse il caso, a impugnare la legge."
La posizione della giunta regionale è netta: si accoglie la necessità di una transizione energetica, ma solo se questa viene pianificata nel rispetto del territorio e delle comunità locali. "Non possiamo accettare un piano che ignora le peculiarità del nostro mare e che rischia di compromettere il patrimonio paesaggistico ed economico dell’isola", ha concluso Spanedda.
Con la Sardegna schierata contro il piano del Governo, si preannuncia uno scontro istituzionale senza esclusione di colpi, in difesa di un modello energetico che tuteli la specificità dell’isola, senza piegarsi a logiche centralistiche.