Se non fosse che la fantasia al potere è ormai fuori corso, verrebbe quasi da citare un antico proverbio della burocrazia: “Chi copia ha già fatto metà del lavoro.” Ma qui, a giudicare dalle carte, qualcuno sembra aver fatto addirittura l’intero lavoro, incollando a piene mani. E se il risultato finale è un documento in cui il sole di Trieste spunta dai bilanci di Alghero, la domanda è lecita: a quando una carta del Comune di Pantelleria che scopiazza da Sondrio?
Stiamo parlando, per intenderci, di programmazioni comunali, piani per lo sport, per il tempo libero, quelle attività ricreative che dovrebbero in teoria riflettere identità, vocazioni e perfino l’atmosfera di luoghi diversi: le pietraie carsiche di Trieste e le spiagge e la Petraia di Alghero. Invece, messi a confronto i testi, ci si accorge che cambiano giusto i nomi di città, le date, e forse qualche cifra giusto per non scontentare il revisore dei conti. Per il resto, la penna è la stessa, lo stile pure: una pigrizia letteraria in grado di sfornare identiche frasi per situazioni geograficamente ed economicamente lontane mille miglia.
Sia chiaro: non è reato prendere spunto, attingere a buone pratiche o studiare i modelli vincenti delle città vicine. Ma una cosa è l’ispirazione, un’altra è la fotocopia. E qui sembra di vedere uno scolaro stanco che, con l’anno scolastico agli sgoccioli, copia interi paragrafi dal quaderno del compagno bravo, pensando che tanto nessuno se ne accorga. Peccato che, come tra i banchi di scuola, anche nelle aule del municipio c’è chi ha l’occhio lungo.
Ora, senza ricorrere a plotoni d’esecuzione retorica, lasciamo agli specialisti il giudizio finale. Forse, a chi ha assemblato il testo, sarà parso un gesto innocente, un modo “furbo” per sbrigarsela alla svelta. Magari s’è sudato nell’adattare qualche cifra, nel cambiare un nome di strada, per sembrare originali. Ma il profumo di “copia & incolla” resta lì, inconfondibile, come certi vini imbottigliati a caso e rivenduti sotto un’altra etichetta. Alghero come Trieste, con identico lessico e identico candore, lascia un retrogusto amaro: quello di una burocrazia con poca voglia di rimboccarsi le maniche. E chissà se, a furia di similitudini, fra qualche anno non vedremo inserire pure l’altopiano carsico nel bilancio di una cittadina sarda, giusto per dare un tocco “esotico” alle vacanze dei turisti.