CAGLIARI, 13 gennaio 2025 – L’incertezza politica legata al procedimento di decadenza della governatrice Alessandra Todde non ferma il Consiglio regionale. La Sardegna, con i suoi problemi annosi e irrisolti, non può permettersi di rimanere paralizzata in attesa di una sentenza definitiva. A sottolinearlo non è solo l’opposizione di centrodestra, che insiste sulla necessità di una manovra tecnica e del ritorno alle urne, ma anche le parti sociali, preoccupate per le conseguenze di ulteriori ritardi.
La Cgil, per voce del segretario regionale Fausto Durante, mette in guardia contro le tergiversazioni. “La politica non può certo continuare a tergiversare su quali temi affrontare prima e quali dopo, visti i ritardi accumulati,” si legge in una nota. L’accento è posto sulla necessità di evitare l’esercizio provvisorio e intervenire tempestivamente sulla sanità. Anche la Cisl, con il segretario Pier Luigi Ledda, avverte: “Un ritorno anticipato alle urne sarebbe una sciagura per l’intero sistema economico isolano.”
La presidente Todde, dal canto suo, non pare intenzionata a farsi da parte. Determinata a portare avanti la linea tracciata a fine 2024, pone la sanità al centro della sua agenda e prepara i ricorsi contro l’ordinanza della Corte d’appello. I tempi sono stretti: ha fino al 3 febbraio per impugnare l’ordinanza. Tuttavia, i suoi alleati del Partito Democratico scelgono un approccio diverso, tentando di far avanzare contemporaneamente due priorità fondamentali: sanità e manovra finanziaria.
“Stiamo provando a portare avanti i due provvedimenti insieme: sanità e manovra,” ha dichiarato Roberto Deriu, capogruppo del PD in Consiglio regionale. “C’è un po’ di affollamento, ma tenteremo entro marzo di fare tutte e due le cose.” Il compito non è semplice. La manovra, la prima della legislatura, deve essere preceduta dal Piano di sviluppo regionale e non è ancora stata approvata dalla Giunta. “Gli uffici stanno approntando gli ultimi documenti, molti sono pronti. Abbiamo chiesto che vadano avanti il più possibile per portare subito qualcosa in commissione Bilancio,” ha aggiunto Deriu.
Nonostante le incertezze legate all’ordinanza-ingiunzione, il Consiglio regionale intende proseguire il lavoro. La Giunta per le elezioni del Consiglio si riunirà mercoledì 15 gennaio e potrebbe avvalersi di tutti i 90 giorni previsti per riferire all’Assemblea, che avrà poi il compito di votare. Intanto, come sottolinea ancora Deriu, “il Consiglio regionale non è un giudice e deve prendere atto di un provvedimento definitivo. Quello che abbiamo ora non lo è, perché non è scaduto il termine di impugnazione.”
Deriu solleva inoltre una questione di rilievo costituzionale, legata all’applicabilità della legge 515 in Sardegna: “Esistono dubbi inerenti i conflitti di attribuzione con lo Stato. Da un lato c’è l’interesse della presidente Todde, che di riflesso è anche l’interesse del Consiglio regionale; dall’altro, l’interesse dell’ordinamento legislativo sardo sull’applicabilità delle leggi nazionali.”
In ogni caso, il Consiglio e la Giunta regionale, così come la stessa presidente, restano pienamente legittimati a operare fino a un eventuale verdetto definitivo. Il messaggio è chiaro: si continua a lavorare. Ma con marzo che incombe e un calendario fitto di impegni, la vera sfida sarà trovare la coesione necessaria per affrontare le priorità dell’isola senza ulteriori esitazioni.