“L’articolo 187 del nuovo Codice della strada, relativo alla guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, è uno dei più contestati dalle associazioni di pazienti perché prevede la configurazione del reato e delle relative sanzioni quando si rileva la positività alle sostanze indicate e non più anche lo stato di alterazione psico-fisica.” Questo il duro attacco della deputata Francesca Ghirra, che insieme ad Alleanza Verdi e Sinistra ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere risposte adeguate a tutela dei pazienti in cura con cannabis terapeutica.
Il nuovo testo, entrato in vigore il 14 dicembre 2024, non contempla alcuna misura specifica per chi assume fitocannabinoidi a scopo medico, nonostante questi siano prodotti in Italia nel rispetto delle direttive europee, sotto l’autorizzazione dell’AIFA e con la supervisione dell’Organismo statale per la cannabis.
“Abbiamo provato in tutti i modi a far capire a Salvini che le modifiche all’art. 187 del codice della strada avrebbero creato problemi a chi fa uso di cannabis a scopo terapeutico, ma non c’è stato nulla da fare,” ha dichiarato Ghirra. “Le nuove disposizioni certificano la furia ideologica del ministro, che pensando di punire gli ‘sballoni’ penalizza tanti malati, senza peraltro garantire la sicurezza sulle nostre strade.”
Secondo la deputata, la mancanza di linee guida uniformi e di una regolamentazione chiara pone i pazienti davanti a scelte drammatiche: “Chi fa uso di cannabis terapeutica oggi rischia il ritiro della patente per una scarsa conoscenza tecnica e per l’assenza di linee guida generali dei Ministeri della Salute o dei Trasporti. Questa situazione limita enormemente la libertà personale e di movimento, ponendo i pazienti davanti alla scelta di rinunciare alla guida o alle cure con fitocannabinoidi, con gravi ripercussioni sulla salute e sulla qualità della vita.”
L’interrogazione parlamentare, a prima firma di Ghirra, è indirizzata al Ministro della Salute e al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Vi si evidenzia come il nuovo articolo 187 preveda sanzioni basate unicamente sulla positività ai test per sostanze psicotrope, senza alcuna valutazione dello stato di alterazione psico-fisica. Questo criterio, criticato anche durante le audizioni preliminari, colpisce in modo indiscriminato i pazienti che assumono cannabis terapeutica per via di trattamenti cronici, rendendo la positività ai test inevitabile.
Nell’interrogazione si sottolinea inoltre che la cannabis medica è certificata e distinta dalla cannabis ludica per rigorosi standard botanici e farmacologici, con utilizzo regolato da prescrizioni mediche basate su piani terapeutici specifici. Tuttavia, l’assenza di riferimenti normativi chiari lascia ampia discrezionalità alle commissioni mediche locali, che decidono sull’idoneità alla guida con criteri variabili e spesso restrittivi. Questa incertezza normativa, unita alla necessità per i pazienti di rivolgersi direttamente alle commissioni provinciali per accertamenti, rende il percorso ancora più gravoso.
“Il provvedimento di ritiro della patente, basato sul solo test salivare, limita gravemente la libertà di circolazione dei pazienti, con ripercussioni pesanti non solo sulla loro vita personale ma anche su quella lavorativa,” si legge nell’interrogazione. Viene chiesto, pertanto, di istituire linee guida che tengano conto della formulazione qualitativa della cannabis utilizzata, della posologia e dei suoi effetti reali sulle capacità di guida, così da garantire una maggiore omogeneità nelle decisioni delle autorità competenti.
Tra le proposte avanzate, anche l’introduzione di un codice identificativo sulla patente, che permetta alle forze dell’ordine di distinguere rapidamente i pazienti in cura da chi fa uso di sostanze psicotrope a scopo ludico. Questo, secondo i firmatari, eviterebbe sanzioni ingiustificate e garantirebbe il diritto dei pazienti alla mobilità senza rinunce alla terapia.
“Le scelte ideologiche del ministro Salvini non possono ledere i diritti dei malati e la loro libertà di movimento,” ha concluso Ghirra, ribadendo la necessità di adottare misure che bilancino la sicurezza stradale con la tutela dei diritti di chi utilizza cannabis terapeutica.