La vicenda del Parco Caporal Maggiore Scelto Gianmarco Manca, noto anche come merenderia comunale di Alghero, merenderia all'interno del parco, si è trasformata in un caso politico di primo piano, sollevando interrogativi sulla gestione degli spazi pubblici e sulla trasparenza amministrativa. L'area, nata come spazio di aggregazione, è oggi al centro di una disputa tra consiglieri comunali, Protezione Civile e amministrazione cittadina, mentre sullo sfondo emergono le normative regionali che ne regolano l’assegnazione e l’uso.
A sollevare la questione è stato il consigliere comunale Christian Mulas, presidente della Commissione Consiliare Ambiente, che ha denunciato lo stato di degrado della struttura. "La situazione del Parco Caporal Maggiore Scelto Gianmarco Manca è ormai insostenibile", ha dichiarato, evidenziando come l’abbandono della struttura e delle aree circostanti non sia solo una questione di decoro urbano, ma un problema sociale che priva la cittadinanza di un importante spazio pubblico.
Per questo, Mulas ha chiesto alla giunta comunale di avviare immediatamente un bando per la gestione della struttura. "Serve un bando serio e concreto, che favorisca l’inclusione sociale e restituisca alla città un luogo che può ancora svolgere un ruolo centrale per la comunità", ha sottolineato.
Il dibattito si è presto acceso, con il consigliere Marco Colledanchise di Futuro Comune che ha riconosciuto la validità delle osservazioni di Mulas. "Mulas è noto per le sue fughe in avanti, ma la questione merita attenzione", ha commentato sui social, aggiungendo che la gestione di spazi pubblici dovrebbe avvenire sempre tramite bandi trasparenti per garantire equità e fruibilità per tutti i cittadini.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco è stato l’ex sindaco di Alghero Marco Tedde, il quale ha ricordato che la struttura è stata realizzata con i fondi della Legge Regionale 37/1998 e che ogni suo utilizzo deve rispettare rigorosamente la normativa. "È essenziale non commettere errori giuridici che potrebbero creare problemi futuri", ha ammonito Tedde.
La Protezione Civile AIB di Alghero, che attualmente utilizza la struttura in base a una delibera della giunta del 2023, ha respinto le accuse di abbandono. "Non è vero che il Parco Caporal Maggiore Scelto Gianmarco Manca è lasciato a sé stesso: da quando è sotto la nostra gestione, è stato ripulito e reso operativo. Tuttavia, la manutenzione dell’area esterna è di competenza dell’amministrazione", hanno chiarito gli operatori.
Nel tentativo di spegnere le polemiche, il presidente del consiglio comunale Mimmo Pirisi è intervenuto per rassicurare la Protezione Civile: "L’amministrazione non intende rimuoverli senza prima individuare una soluzione alternativa. Tuttavia, è necessario valutare un nuovo utilizzo del Parco Caporal Maggiore Scelto Gianmarco Manca per restituire un servizio alla cittadinanza".
La questione ha assunto contorni ancora più ampi con l’intervento di Pier Davide Secchi, presidente dell’associazione di Protezione Civile di Alghero, che ha annunciato un comunicato per fare chiarezza sulla gestione degli spazi pubblici. "Dal 2017 aspettiamo una sede adeguata per i nostri 108 volontari, tre mezzi e le attrezzature necessarie. La Protezione Civile di Alghero continua a essere trattata con scarso rispetto istituzionale, e questa vicenda lo dimostra", ha scritto in un commento Secchi, criticando la scarsa attenzione riservata al volontariato nel settore della Protezione Civile.
La questione del Parco Caporal Maggiore Scelto Gianmarco Manca rappresenta un banco di prova per l’amministrazione algherese. Da un lato, vi è la necessità di garantire trasparenza e partecipazione nella gestione degli spazi pubblici attraverso l’indizione di bandi. Dall’altro, il riconoscimento del lavoro svolto dalle associazioni di volontariato, che hanno utilizzato la struttura come punto operativo.
Nei prossimi giorni, la giunta dovrà assumere una decisione chiara: avviare il bando per la gestione del Parco Caporal Maggiore Scelto Gianmarco Manca o lasciare che la situazione rimanga in sospeso, con tutte le conseguenze politiche e sociali che ne deriverebbero. Il futuro della struttura non è solo una questione amministrativa, ma un test di credibilità per l’intera politica locale.