10 marzo 2025 – Il passaggio dalla stagione invernale alla primavera sta per compiere un importante passo avanti, grazie alla cosiddetta “rottura del vortice polare”. Questo fenomeno atmosferico, segnalato in questi giorni dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), può avere effetti significativi sul meteo in Europa settentrionale e Nord America, favorendo di solito l’arrivo di aria più fredda a latitudini più basse.
Il vortice polare è un’area di bassa pressione che staziona generalmente sull’Artico. Nella fase invernale, la sua stabilità contribuisce a trattenere il freddo nelle regioni polari, mentre la sua rottura, ovvero quando la struttura si indebolisce e suddivide in più vortici secondari, comporta spesso una discesa di masse d’aria gelida verso sud. «Gli effetti di questo evento non sono però immediati», spiega all’ANSA Rossella Ferretti, docente di Fisica dell’atmosfera all’Università dell’Aquila e direttrice del Cetemps (il centro di eccellenza dell’ateneo per la ricerca climatica e meteorologica). «In Europa e anche in Italia ci si aspetta un abbassamento delle temperature per metà marzo».
L’esperta sottolinea inoltre come i meccanismi che collegano la rottura del vortice polare al meteo di medio periodo non siano automatici: «La variazione non avviene sempre e occorre tenere presente che le previsioni meteo possiedono comunque un certo margine di incertezza. In questo caso, tuttavia, è stata stimata una probabilità dell’80% che si verifichi un effetto di raffreddamento nel nostro continente».
La rottura del vortice polare è legata al fenomeno del “riscaldamento stratosferico improvviso” (Stratwarming). In questa fase, la stratosfera – lo strato atmosferico compreso tra 10 e 50 chilometri di altitudine – si riscalda rapidamente a causa dell’aumento di radiazione solare tipico della fine dell’inverno. Questa bolla di calore può spingere l’aria più fredda verso quote inferiori, dando vita a importanti cambiamenti nelle correnti e, di conseguenza, nei pattern meteorologici.
«Quando il vortice si rompe, genera spesso due vortici più piccoli», precisa Ferretti. «Le anse della corrente a getto, che circonda il vortice, si ampliano e talvolta invertendo la direzione di venti tipici, portando il freddo più a Sud. È ciò che può causare il brusco calo delle temperature, con effetti avvertibili su Canada, Stati Uniti orientali ed Europa».
Nonostante l’equinozio sia ormai alle porte, la rottura del vortice polare potrebbe portare a un ultimo assaggio di condizioni invernali nel corso di marzo. Resta tuttavia da verificare con che intensità e durata si manifesteranno queste temperature più rigide. Dopodiché, con il progressivo rinforzo del soleggiamento primaverile, è previsto un graduale rialzo termico e l’inizio effettivo della stagione più mite.