La seconda serata del Festival di Sanremo 2025 ci ha regalato emozioni forti, colpi di scena e scelte di styling che oscillano tra l’eccentrico e il delirante. Chi ha brillato sul palco? Chi ha brillato nei vestiti (anche senza volerlo)? E soprattutto, chi ha brillato negli intermezzi pubblicitari che ormai sono diventati i veri headliner del Festival?
Diciamolo chiaramente: il Festival è un contorno, il piatto principale è la pubblicità. Un format innovativo che alterna 10 minuti di spot con brevi finestre musicali per permettere agli spettatori di riprendersi prima della prossima carrellata di offerte imperdibili.
I più fortunati hanno anche assistito a spot da 60 secondi, piccole gemme rare, momenti in cui il festival sembrava rubare una boccata d’aria tra un prestito agevolato e una nuova offerta di telefonia. Ma non illudiamoci: subito dopo, lo spettacolo degli spot riprendeva con vigore, lasciandoci senza fiato (e con una voglia irrefrenabile di acquistare un frigorifero che non sapevamo di desiderare).
L’idea geniale è che la pubblicità non è più un’interruzione del Festival: il Festival è diventato un intermezzo tra una pubblicità e l’altra. È il sogno di ogni consumatore moderno: vivere un evento in cui ogni esibizione musicale è solo un piccolo sacrificio necessario per poter tornare a godere del vero spettacolo: lo shopping mentale forzato.
Nel tempo concesso tra un’auto elettrica in promozione e un’assicurazione sulla vita, Simone Cristicchi ha regalato un momento di pura poesia con Quando sarai piccola. Un brano che è una carezza per l’anima e un pugno nello stomaco al tempo stesso.
Mentre il pubblico si riprendeva dal pianto, Giorgia saliva sul palco con La cura per me, ricordando a tutti che la voce è ancora la sua arma segreta: impeccabile, potente, inarrivabile.
E poi è arrivato lui, Achille Lauro, che ha deciso di prendere tutti in contropiede: nessuna trasgressione, niente lustrini, niente eccessi. Solo un brano nostalgico, un arrangiamento sanremese al 100% e un look elegantissimo, ispirato agli anni ‘30. Per una volta, Lauro è stato più Fred Astaire che rockstar fuori controllo, e il risultato è stato sorprendente.
Fedez ha sconvolto le aspettative piazzandosi tra i primi cinque in classifica. Il suo brano Battito è riuscito a convincere anche chi non lo voleva ammettere, ma la vera domanda è: è merito della canzone o del suo onnipresente personaggio? Mistero.
E poi Lucio Corsi, che è ormai ufficialmente il performer di questo Festival.
Nella prima serata si è presentato vestito da trapezista del circo, come se dovesse esibirsi in un numero di acrobazie tra un ritornello e l’altro. Nella seconda, invece, ha abbracciato la sua anima da cosplay di un cartone animato anni ’80. Non sappiamo quale sarà il suo prossimo concept, ma a questo punto lo attendiamo con lo stesso entusiasmo con cui si aspetta il finale di una serie TV.
Sanremo non è solo musica, ma anche moda. E per moda, intendiamo l’arte di mettere insieme tessuti e idee discutibili.
Partiamo da chi non sbaglia mai: Carlo Conti sempre elegante, Bianca Balti splendida anche se indossasse una tovaglia, e Giorgia che dimostra che la semplicità può essere più potente di mille strati di pizzo e paillettes.
E poi arriviamo ai momenti di gloria (e di perplessità).
Cristiano Malgioglio ha deciso di essere un’opera d’arte contemporanea vivente, indossando qualcosa che sembrava uscito da un set di Wes Anderson. Se l’obiettivo era distrarre il pubblico dalla gara canora, ci è riuscito.
Achille Lauro, nel frattempo, ha scioccato tutti con un elegantissimo look anni ‘30: niente pelle, niente glitter, niente provocazioni. Sembrava uscito da un film di Hollywood dell’epoca d’oro. La vera ribellione, ormai, è la sobrietà.
E veniamo al lato più stravagante della serata:
Rocco Hunt ha portato in scena un’eleganza urbana che lo ha reso una via di mezzo tra un rapper di lusso e un CEO di start-up di successo.
The Kolors si sono presentati con un completo nero che brillava come un vampiro di Twilight al sole. Se l’obiettivo era evocare le atmosfere di Forks, beh, missione compiuta.
Lucio Corsi, come già detto, ha trasformato ogni sua apparizione in un atto performativo: prima trapezista del circo, poi protagonista di un cartone animato anni ‘80. Aspettiamo con ansia il suo prossimo look: cavaliere medievale? Astronauta? Statue viventi? Tutto è possibile.
In tutto questo, Nino Frassica è apparso sul palco con il suo solito carisma surreale. Le sue battute hanno strappato qualche sorriso, ma la sensazione è che qualcosa non funzioni come un tempo. Sarà l’assenza di una spalla davvero efficace, sarà che alcune gag iniziano a mostrare i segni del tempo, fatto sta che il pubblico ha riso meno del previsto. Forse un piccolo aggiornamento del repertorio non guasterebbe? Tra performance intense, classifiche imprevedibili e look da antologia dell’assurdo, Sanremo 2025 continua a regalarci emozioni (e meme). Ma la vera gara la stanno vincendo gli spot pubblicitari, che ormai sono i veri big della competizione.
E mentre tutti si scannano sui social per discutere della classifica, noi sappiamo una sola cosa: qualsiasi cosa accada, Lucio Corsi ci stupirà ancora.