Il dibattito sulla proliferazione delle antenne per telecomunicazioni in Sardegna, e in particolare ad Alghero, è tornato con forza nelle ultime settimane, sollevando nuove polemiche. Nonostante sia un tema che si trascina da anni, la recente installazione di antenne in via Barraccu e a breve nella zona di via Valverde ha riportato la questione al centro della scena.
Le preoccupazioni, soprattutto sul fronte della salute pubblica e dell’impatto estetico, si scontrano con la necessità di un aggiornamento tecnologico che sembra ineludibile.
L’allarme non è nuovo. Già dai primi anni 2000, il territorio algherese aveva visto la comparsa delle prime antenne di grandi dimensioni, destinate a supportare lo sviluppo delle reti 3G prima e 4G poi. Con l’espansione delle telecomunicazioni, Alghero, come molte altre città, ha dovuto affrontare una sfida cruciale: garantire la connessione a banda larga senza compromettere il paesaggio e la qualità della vita dei residenti.
Una delle prime voci critiche fu quella di Luca Pais, che portò alla ribalta il tema e che lo fa tuttora. La questione si è complicata ulteriormente con il varo del Piano delle Radiofrequenze da parte della giunta comunale precedente. Il piano aveva l’obiettivo di mappare le aree idonee all’installazione delle antenne, privilegiando zone non troppo vicine ai centri abitati ma strategiche per garantire la copertura delle nuove reti, incluso il 5G. In particolare, il progetto prevedeva un’espansione mirata nelle aree urbane, come ad Alghero, dove la richiesta di connettività era in forte crescita.
Il piano, tuttavia, si è scontrato con l’ostilità di molti comitati cittadini, che hanno denunciato la mancanza di consultazione pubblica e la scarsa trasparenza nei processi decisionali.
Luca Pais, da sempre in prima linea su queste battaglie, non ha mancato di sottolineare, per quanto riguarda Alghero che "è da un anno che pubblico post, sollecito le autorità sul tema, nessuno se n'è interessato, non si possono fare battaglie sui social, le nuove istallazioni fanno parte del piano delle radiofrequenze varato dalla giunta precedente. Adesso monteranno anche l'altra in via Valverde e ce ne sarà un'altra prevista in via Nullauro. Da soli non si possono fare le battaglie se una comunità non si unisce e non si può unire quando l'antenna è già piazzata o i lavori in corso".
Eppure, molti ritengono che il margine d’azione del Comune sia ridotto dalle stringenti direttive europee, che impongono standard minimi di connettività da raggiungere entro il 2025.
Oggi, con le antenne che stanno sorgendo in via Barraccu e sorgeranno in via Valverde, il dibattito si riaccende. I residenti delle zone interessate hanno segnalato con preoccupazione l’inizio dei lavori, sollevando interrogativi sugli effetti delle radiofrequenze e sull’estetica del paesaggio urbano. Ma per riprendere sinteticamente il pensiero di Pais: non ci si può lamentare quando le mucche sono già scappate dal recinto. Quando era il momento di provare ad agire come comunità si è preferito il silenzio o al più una flebile fiammella di protesta perché era un tema scottante per poi finire nel dimenticatoio.
Le voci critiche, come quella di Luca Pais, continueranno a farsi sentire, chiedendo maggiore trasparenza e partecipazione ma appunto senza l'aggregazione dei cittadini non si può fare una battaglia, lo si è visto sul tema dell'eolico, e senza una battaglia non c'è futuro ma solo un atteggiamento passivo di rassegnazione e di continua lamentela senza mai provare ad affrontare e superare insieme i problemi come una vera e propria comunità.