Donald Trump è determinato a vedere Matt Gaetz confermato come Segretario alla Giustizia. Il presidente eletto lo vuole "al 100%" nonostante le critiche e i dubbi sulla sua capacità di ottenere i 51 voti necessari in Senato per la conferma. Secondo fonti citate dalla CNN, Trump ritiene che Gaetz sia il membro più importante del suo futuro governo.
La nomina di Matt Gaetz continua a suscitare polemiche. Su di lui pendono accuse a sfondo sessuale, inclusi rapporti con una minorenne. La commissione etica della Camera, che da tempo indaga sul caso, non ha ancora diffuso il suo atteso rapporto sull'ex deputato della Florida, apparentemente su pressione dello Speaker della Camera Mike Johnson. Secondo indiscrezioni, il rapporto includerebbe la testimonianza di una donna che avrebbe assistito a un presunto rapporto tra Gaetz e una diciassettenne.
L'influenza di Elon Musk su Donald Trump inizia a irritare alcuni sostenitori del presidente eletto, sorpresi dal fatto che il miliardario abbia appoggiato pubblicamente Howard Lutnick per il ruolo di Segretario al Tesoro prima che venisse fatta una nomina ufficiale. "Molti non sono contenti", hanno riferito alcune fonti al Washington Post, descrivendo Musk come un "co-presidente" che potrebbe andare oltre il ruolo previsto nel team di Trump.
La presenza costante di Musk, ormai soprannominato il "first buddy", sta creando tensioni nel team di transizione, che lo considera estraneo alle dinamiche di Washington. Il caso Lutnick, preferito all'altro candidato Scott Bessent, è visto come un esempio dei tentativi di Musk di influenzare le scelte presidenziali in modo non convenzionale. Il sostegno pubblico di Musk all'amministratore delegato di Cantor Fitzgerald contrasta con un rapporto presentato da alcuni alleati di Trump, che evidenzia come Lutnick sia stato un importante finanziatore di Hillary Clinton.
L'impasse sulla nomina del Segretario al Tesoro ha portato molti a ipotizzare che Trump possa scegliere un terzo candidato. Tra i nomi circolano quelli di Robert Lighthizer, del senatore Bill Hagerty e dell'amministratore delegato di Apollo Global Management, Marc Rowan.
Intanto il Ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha definito "estremamente pericolose" le recenti proposte dei leader favorevoli alla guerra, citando idee come quella di permettere alle armi fornite dalla NATO di colpire all'interno della Russia o di esortare la NATO ad abbattere missili e droni russi.
Lo ha dichiarato il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, attraverso i canali social ufficiali.
"Si tratta di azioni che potrebbero chiaramente avvicinare la minaccia di una terza guerra mondiale. Queste idee sconsiderate mettono in serio pericolo la pace a lungo termine dell'Europa e aumentano il rischio che la guerra si espanda", ha avvertito Szijjártó.
Presente a Bruxelles per il Consiglio Affari Esteri, il ministro ungherese ha poi sottolineato che il mainstream favorevole alla guerra "non vuole ancora ammettere che è finita", riferendosi alla vittoria elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti. Ha accusato i leader dell'Unione Europea di ignorare "la nuova realtà" e di "lanciare un attacco disperato contro la volontà del popolo". Szijjártó ha ribadito il no dell'Ungheria a qualsiasi iniziativa "in conflitto con gli interessi nazionali, di sicurezza o energetici" del Paese.
"Gli Stati Uniti sostengono la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina e così dovrebbero fare anche tutti quelli seduti a questo tavolo", ha dichiarato il presidente Joe Biden durante la prima sessione del G20 a Rio de Janeiro. Secondo l'agenzia Bloomberg, la guerra in Ucraina entra nella bozza del comunicato finale con un linguaggio ammorbidito, mettendo in evidenza la "sofferenza umana e gli impatti negativi" del conflitto sulla sicurezza alimentare ed energetica globale, sull'inflazione e sulla crescita.
Nel comunicato si dà il benvenuto "a tutte le iniziative rilevanti e costruttive a sostegno di una pace durevole", basata sulla Carta delle Nazioni Unite.
Tiene banco l'autorizzazione di Joe Biden all'Ucraina ad utilizzare missili a lungo raggio per colpire le forze russe e nordcoreane nella regione russa di Kursk. Lo riferisce Axios, citando una fonte secondo cui la decisione è stata comunicata a Kiev circa tre giorni fa. La motivazione sarebbe quella di dissuadere la Corea del Nord dall'inviare altre truppe in Russia per la guerra contro l'Ucraina. I funzionari statunitensi sperano che, se le truppe nordcoreane a Kursk venissero colpite, Pyongyang potrebbe rivedere la decisione di inviare truppe in Russia.
Donald Trump Jr., figlio del presidente eletto, ha attaccato su X (ex Twitter) la decisione di Biden: "Sembra che il complesso militare-industriale voglia assicurarsi di far scoppiare la terza guerra mondiale prima che mio padre abbia la possibilità di creare la pace e salvare vite. Bisogna bloccare quei trilioni di dollari".
Il governo tedesco era informato della decisione di Washington, ma questa non modifica la posizione della Germania sulla consegna dei missili Taurus richiesti dall'Ucraina. Il portavoce del cancelliere Olaf Scholz ha ribadito che Berlino non consegnerà i panzer richiesti.
L'Alto Rappresentante dell'UE, Josep Borrell, ha commentato: "Putin ha risposto a tentativi di dialogo con il più pesante bombardamento in mesi contro le infrastrutture civili, quelle energetiche in particolare: non pare che voglia negoziare, al contrario". Ha aggiunto che l'UE deve imparare a usare il "linguaggio del potere", ma per farlo deve essere unita.
La Cina ha riaffermato le sue richieste urgenti di una soluzione politica alla guerra in Ucraina, in risposta al via libera di Washington sull'uso dei missili americani a lungo raggio. "La cosa più urgente è promuovere il raffreddamento della situazione il prima possibile", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian.
La decisione degli Stati Uniti di consentire all'Ucraina di colpire il territorio russo con i missili Atacms avrà "risposte appropriate" da parte di Mosca. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ricordando le parole del presidente Vladimir Putin, secondo cui un tale utilizzo dei missili forniti dai Paesi occidentali significherà che "i Paesi NATO sono in guerra con la Russia".
Peskov ha aggiunto: "Vedremo se sceglieranno di fare questo passo avventato e potenzialmente pericoloso, provocando un'ulteriore escalation delle tensioni nel conflitto. Comunque è certo che tali azioni non resteranno senza una risposta appropriata, come Putin ha detto chiaramente".
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato gli attacchi russi che hanno colpito Odessa, causando 8 morti, tra cui un bambino: "Questi non sono raid casuali, sono raid dimostrativi. Dopo le telefonate e gli incontri con Putin, dopo tutte le false chiacchiere sui media sulla presunta 'astensione' dagli attacchi. La Russia mostra ciò che le interessa veramente: solo la guerra".
Le autorità ucraine hanno anche rivisto al rialzo il bilancio delle vittime dell'attacco missilistico a Sumy: 11 persone sono morte e 89 sono rimaste ferite, tra cui 11 bambini.
Le difese aeree russe hanno intercettato la scorsa notte 59 droni ucraini lanciati contro il territorio della Federazione, di cui due sulla regione di Mosca. La maggior parte dei velivoli senza pilota sono stati abbattuti nelle regioni di Bryansk, Kursk, Belgorod e Tula.