I politici. Quando si cimentano nella comunicazione. A volte sono anche divertenti. Addirittura esilaranti. Come nel caso dell'ex Governatore salviniano Christian Solinas. Sul suo profilo appare un suo componimento. Sotto forma di velina. Il tema è quello della polemica che l'ex uomo di Salvini ha in corso con l'assessore comunale allo sport di Cagliari, l'avvocato Giuseppe Macciotta. Riguarda i fondi per lo stadio del Cagliari. Per sorridere non entro in questo scontro verbale. Mi soffermo invece sul suo contenuto e i suoi tifosi. "Spiace che una persona che ha potuto direttamente sperimentare la mia serietà e correttezza nell'azione di governo...." Sono le parole di Solinas.
In apertura. L'ex Governatore si è scordato che della sua azione di governo si sono a lungo interessati i pm della Procura di Cagliari. Che le sue lauree, quella vera e quelle fasulle, con accenti massonici, sono state e sono oggetto di inchieste penali. Fatti ben lontani, sino a prova contraria, dalla "serietà e correttezza nell'azione di governo". E comunque, almeno oggi, l'uditorio nel post di Solinas appare ben misero di like (appena 63) ma ricco di amici e di amici degli amici. A cominciare dal suo consulente in Presidenza Christian Stevelli (pure lui indagato) e dal suo assessore ai Trasporti e Presidente Psd'Az, Antonio Moro. E continuando con l'ex assessore regionale Pierluigi Saiu, bocciato (come Moro) dagli elettori il 25 febbraio. E proseguendo con tutta una schiera di fedelissimi. Come Antonella Scarfo' dei giovani sardisti, insieme con la mamma Bernadette Puddu. E poi impiegati dello staff di segreteria in Regione e altri "amici". C'è pure(fuori schema) persino un deputato di FdI, Francesco Mura. Manca invece l'ex capo ufficio stampa, Ignazio Artizzu. Ma c'è, con la divisa da cacciatore, il figlio Lucio. Memore forse della recente tragica battuta della compagnia di caccia dei colletti bianchi (col morto) in Barbagia. Insomma, c'è tutto il residuo mondo scalcagnato di quello che un tempo era l'universo sardista del Circo Magico. Mario Guerrini.