Un tempo c’erano le piazze, quelle vere, con i comizi, i cori e la gente accalcata per sentire il politico di turno gridare le proprie promesse a un megafono. Oggi ci sono i social. Non è più necessario scendere in piazza: basta aprire un’app, postare una foto ben calibrata, scrivere una frase ad effetto e aspettare che piovano reazioni e commenti.
Anche in Sardegna, a quanto pare, questa transizione è ormai completata, con Alessandra Todde, presidente di Regione, che si laurea regina dell’engagement su Facebook e Instagram. Un risultato che, bisogna ammetterlo, non arriva a caso.
La Todde non solo domina le classifiche di Arcadia per coinvolgimento online, ma sembra aver capito meglio di altri il nuovo linguaggio della politica: quello dei like e delle stories. Forse è la Sardegna che, abituata a sentirsi un’isola anche nell’informazione, ha trovato nel digitale un modo per connettersi.
Fatto sta che la presidente sembra aver centrato il bersaglio, anche se il riconoscimento di "più social" lascia una domanda: quanto contano i follower quando si tratta di risolvere i problemi veri?
Certo, non è un merito da poco essere in cima a questa classifica, considerando che i rivali non sono certo dei principianti. Vincenzo De Luca, con il suo sarcasmo tagliente, regna incontrastato su X e raccoglie schiere di fan. Luca Zaia, invece, non è da meno, preferendo il metodo "postare molto e spesso". Ma Alessandra Todde li supera entrambi, accumulando un milione di reazioni in un anno, dimostrando che, se non altro, i sardi leggono e interagiscono.
Ma essere social non è la stessa cosa che governare. La Sardegna continua a combattere con problemi vecchi come il trasporto, l’energia e la sanità. Le reaction non bastano per costruire strade migliori o garantire traghetti più puntuali. E se i social sono una piazza virtuale, viene da chiedersi se non ci stiamo perdendo la sostanza della politica, quella che dovrebbe vivere nel confronto reale, nella discussione faccia a faccia e, perché no, nel dissenso espresso senza filtri digitali.
Il riconoscimento alla Todde, però, non va sottovalutato. È il segnale che la Sardegna sta trovando un modo per essere più visibile, almeno virtualmente. Resta da vedere se la rete saprà tradursi in realtà, perché non importa quante reaction collezioni: alla fine, a fare la differenza saranno le reazioni, quelle vere, dei cittadini.