Il conclave comincia il 7 maggio, chiude la Cappella Sistina. Becciu rinuncia

Il conclave per eleggere il successore di Papa Francesco inizierà il 7 maggio 2025, come deciso dalle congregazioni generali dei cardinali riunitesi il 28 aprile. Questo evento, carico di significato storico e spirituale, si svolge nel contesto del Giubileo in corso, aggiungendo ulteriore solennità a un processo già ricco di tradizione. La Cappella Sistina, teatro dell'elezione, è stata chiusa al pubblico dal 28 aprile per permettere i necessari preparativi, mentre i cardinali elettori si confrontano su questioni cruciali. Il cardinale Angelo Becciu ha deciso di rinunciare a partecipare al conclave che eleggerà dal prossimo 7 maggio il successore di papa Francesco. La direzione dei Musei Vaticani ha annunciato la chiusura della Cappella Sistina a partire dal 28 aprile, sospendendo contemporaneamente le visite ai Giardini Vaticani e alla Necropoli della Via Triumphalis. Questa misura, necessaria per allestire lo spazio sacro, include l'installazione dei banchi per gli scrutini e della stufa per bruciare le schede delle votazioni. La Sistina, simbolo di arte e spiritualità, diventa così il cuore pulsante di un rito secolare, isolato dal mondo esterno attraverso il tradizionale "extra omnes". La mattina del 7 maggio, i cardinali elettori concelebrano la solenne Messa "pro eligendo Pontifice" in San Pietro, presieduta dal decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re. Durante l'omelia, il porporato invita i confratelli a invocare lo Spirito Santo per la scelta di un "degno Pastore". Al termine della celebrazione, ha inizio la processione verso la Sistina, accompagnata dal canto dell'inno Veni, Creator Spiritus, che segna l'ingresso ufficiale nel conclave. Secondo la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, il conclave prevede quattro scrutini giornalieri - due al mattino e due al pomeriggio - con una maggioranza qualificata di due terzi necessaria per l'elezione. Dopo il trentatreesimo o trentaquattresimo scrutinio, il regolamento impone il ballottaggio tra i due candidati più votati, mantenendo comunque il requisito dei due terzi. I due cardinali in lizza non partecipano attivamente al voto, ma la loro elezione rimane valida se raggiunge la soglia richiesta. In assenza del decano Giovanni Battista Re e del vice decano Leonardo Sandri - entrambi ultraottantenni e quindi non elettori - il cardinale Pietro Parolin assume un ruolo centrale. Oltre a presiedere le congregazioni generali, spetta a lui chiedere al neo-eletto Pontefice se accetti la carica e con quale nome intenda regnare. La sua posizione di segretario di Stato lo rende una figura chiave, anche se non necessariamente un candidato. La possibile esclusione del cardinale Angelo Becciu dal conclave ha dominato il dibattito pre-elettorale. Secondo fonti giornalistiche, due lettere firmate da Papa Francesco - una del 2023 e l'altra del marzo 2025 - esprimerebbero la volontà di escludere Becciu, condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi per peculato e truffa. Sebbene prive di valore giuridico formale, queste missive hanno innescato un acceso dibattito sulla loro interpretazione canonica. La questione solleva interrogativi senza precedenti: un tribunale civile può influenzare i diritti di un cardinale? Secondo Francesco Clementi, giurista dell'Università La Sapienza, "sarà la Segreteria di Stato a definire se si tratta di un atto valido". L' esclusione di Becciu crea un precedente, potenzialmente rilevante per future condanne di porporati. Papa Francesco, in dieci concistori, ha ampliato la rappresentanza geografica del Collegio, includendo porporati da regioni tradizionalmente marginali. Questo pluralismo potrebbe allungare i tempi del conclave, poiché gli elettori necessitano di maggior dialogo per costruire consensus. D'altro canto, il Giubileo in corso esercita una pressione simbolica per una conclusione rapida. Il conclave del 2025 riflette le contraddizioni di una Chiesa sospesa tra continuità e riforma. Da un lato, il rigore cerimoniale e le formule latine ribadiscono un legame con la tradizione; dall'altro, casi come quello di Becciu pongono interrogativi sulla trasparenza e sul rapporto con la giustizia secolare. La scelta del nuovo Pontefice dovrà bilanciare queste istanze, guidando la Chiesa attraverso sfide globali come gli abusi clericali, il dialogo interreligioso e l'evangelizzazione. Il conclave del 2025 si apre sotto il segno di un'inedita complessità. Mentre la Cappella Sistina si trasforma in un sacrario della decisione divina, i cardinali affrontano dilemmi che trascendono la mera elezione: il ruolo della giustizia civile nella Chiesa, il peso delle volontà papali non formalizzate e l'eredità riformatrice di Francesco. Quel che è certo è che, al di là della fumata bianca, la Chiesa si troverà a navigare acque inesplorate, dove tradizione e modernità dovranno trovare un nuovo equilibrio.

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