"Un nuovo patto sociale per la Sardegna, un patto di sviluppo fondato su giustizia, inclusione, responsabilità condivisa". Con queste parole, il segretario uscente Pier Luigi Ledda, candidato alla riconferma, ha aperto il XIV Congresso della Cisl Sardegna in corso a Cagliari. Una relazione ampia e articolata la sua, in cui ha ribadito l’urgenza di imprimere una svolta alla traiettoria dell’isola: "È tempo di riscatto - ha detto - ma possiamo invertire la rotta solo tutti insieme: Regione, organizzazioni sindacali, mondo datoriale. Servono alleanze vere e il contributo di tutti. Non possiamo aspettare che le cose cambino, ma dobbiamo essere il cambiamento".
Ledda ha ricordato come la Cisl abbia da tempo offerto alla Regione un'agenda concreta di proposte: "Un’agenda condivisa, per affrontare con determinazione le sfide del presente e costruire una Sardegna più giusta, forte, autonoma. La nostra non è una terra da salvare, è una terra da liberare: dai ritardi, dai vincoli imposti, da una visione centralista che non ci rappresenta. La Sardegna ha risorse, idee, energie, ha una comunità che chiede solo di poter costruire il proprio futuro con dignità".
Tre le priorità individuate: lavoro, diritti, partecipazione. "Per cambiare rotta serve una governance che sappia ascoltare, decidere, realizzare - ha sottolineato ancora Ledda -. Con il Patto, rilanciamo il ruolo delle parti sociali come costruttori di futuro: con il Consiglio Strategico per lo Sviluppo Regionale e i Tavoli Permanenti nei territori, chiediamo alla Regione di passare dalle intenzioni ai fatti. Solo così la Sardegna può passare dalla potenzialità alla realtà, dalla frammentazione alla coesione. Senza una regia forte, anche le migliori strategie restano parole".
Alla giornata inaugurale del Congresso ha preso parte anche la segretaria generale della Cisl nazionale, Daniela Fumarola, che ha espresso gratitudine al sindacato sardo: "Grazie a tutta la Cisl Sardegna, per il grande lavoro che porta avanti ogni giorno per rispondere ai bisogni di tanti lavoratori, pensionati, famiglie". Ha poi sottolineato come "un punto di riferimento solido e credibile in una terra difficile e straordinaria come la Sardegna, con la sua insularità che è storia, identità, orgoglio, ma anche fattore di diseconomie uniche, da compensare con adeguate politiche pubbliche".
Fumarola ha indicato come prioritarie "pari diritti e opportunità rispetto al resto del Paese", a partire dalla "vera continuità territoriale, aerea e marittima", e ha insistito sulla necessità di "scelte strategiche anche sul piano energetico per superare la pesante asimmetria rispetto al resto del Paese, facendo leva anche su rinnovabili, idrogeno, combustibili verdi, biocarburanti, economie circolari".
Guardando al futuro, la segretaria generale ha indicato come fondamentali "le vocazioni produttive dell’economia sarda: artigianato, agroalimentare, turismo sostenibile, servizi alla persona e filiere della green economy". E ha ammonito: "La transizione ecologica non può tradursi in licenziamenti e desertificazione industriale: il Sulcis, Porto Torres e Sarroch devono diventare laboratori di rinascita sostenibile, riducendo l’impatto ambientale e creando nuovo sviluppo".
Fumarola ha concluso affermando che "non c’è che una via per la Cisl: costruire una grande alleanza per una nuova stagione concertativa sia a livello nazionale che regionale fondata sul protagonismo del mondo del lavoro e la corresponsabilità tra istituzioni, imprese e parti sociali".