A sentirli raccontare, certi crimini sembrano la trama di un film: colpi studiati, cassaforti forate e fughe rocambolesche. La realtà, però, è spesso meno romantica. I carabinieri del Sassarese, con un’indagine che non ha lasciato spazio alla fantasia, hanno posto fine alla carriera della cosiddetta "banda delle cassaforti".
Protagonisti? Due cittadini rumeni, ora ospiti del carcere di Bancali, che avevano scambiato Olbia e il Sassarese per un parco giochi del crimine.
L’ultimo spettacolo della coppia si è consumato nella zona industriale di Olbia, dove i due, attrezzi alla mano, stavano preparando il colpo della serata. Purtroppo per loro, lo spettacolo è stato interrotto sul nascere dai carabinieri, che li hanno trovati nel bel mezzo dei preparativi. Più che un arresto, un colpo di scena.
Il curriculum criminale dei due, secondo gli investigatori, include il furto alla filiale Sda di Cala Saccaia, dove avevano forzato la porta d’ingresso, forato la cassaforte e portato via 27mila euro. Un bottino considerevole, se solo avessero avuto l’accortezza di sparire. Ma no, non si lasciano attrezzi del mestiere e tracce di contanti qua e là come se fossero briciole di pane. E infatti, proprio grazie a quegli attrezzi abbandonati e alle telecamere di sorveglianza, i carabinieri hanno ricostruito ogni passo della loro "grande impresa".
Arrestati e perquisiti, i due si sono visti sequestrare 1.200 euro in contanti, probabilmente un residuo del colpo, e una collezione di ricevute per l’acquisto di strumenti di effrazione. Gli inquirenti sono certi che la loro firma sia presente anche su altri colpi nel Sassarese, ma intanto la loro tournée si è conclusa nel modo più prevedibile: con una cella.
C'è una lezione, però, da questa storia. Si può tentare di emulare le scene dei film, ma alla fine, nella vita reale, il furto non paga mai. Nemmeno quando si forano cassaforti come nei migliori manuali di ladri da strapazzo.