La tensione nel sud del Libano torna a farsi sentire con forza. Otto razzi da 107 millimetri hanno colpito la base italiana del contingente Unifil a Shama, sede del comando del settore Ovest della missione delle Nazioni Unite. Un attacco mirato che, fortunatamente, non ha causato feriti, ma che rappresenta un pericoloso segnale di escalation nella già fragile situazione dell’area.
I razzi, caduti in aree all’aperto e nel magazzino ricambi della base, non hanno trovato soldati nelle vicinanze, evitando così gravi conseguenze.
Tuttavia, cinque militari italiani sono stati trasferiti in infermeria per precauzione e sono attualmente sotto osservazione. Le loro condizioni non destano preoccupazioni, ma l’episodio sottolinea la vulnerabilità della missione in un contesto sempre più instabile.
Le autorità competenti stanno lavorando per individuare il punto di lancio dei razzi e risalire ai responsabili dell’attacco.
Unifil, incaricata di monitorare il cessate il fuoco tra Israele e Libano, opera in un’area in cui le tensioni si sono intensificate nelle ultime settimane, complice l’aggravarsi dello scenario geopolitico nella regione.
Questo episodio getta un’ombra inquietante sul futuro della missione, che continua a rappresentare un baluardo di stabilità in una terra dilaniata da decenni di conflitti. Nonostante l’assenza di feriti, il messaggio lanciato da questi otto razzi è chiaro: la pace nel sud del Libano rimane fragile, mentre la sicurezza dei nostri militari è sempre più esposta a rischi.