Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, sembra aver trovato un'inaspettata sintonia con Giorgia Meloni e il governo centrale. A sentire le sue dichiarazioni in occasione della firma dell’accordo per il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021/27, si percepisce quasi un’aria di alleanza. Non che la Todde si sia iscritta a Fratelli d’Italia, sia chiaro, ma il tono dei ringraziamenti e il linguaggio usato sembrano più affettuosi di quanto ci si aspetterebbe da una figura che, in altre sedi, non aveva risparmiato critiche.
"Sono stati mesi complicati di confronto, ma sono felicissima del fatto che quando si ha leale collaborazione su questi temi, e posso garantire che c'è stata fino in fondo, poi i risultati si vedono e si possono ovviamente misurare", ha dichiarato la Todde.
Leale collaborazione, risultati tangibili, gioia condivisa: un lessico che sa di politica di governo, non di opposizione. Insomma, se si giudicasse solo dalle parole, pare che in Sardegna si stia vivendo un idillio istituzionale.
Eppure, qui non si tratta di abbracci sinceri, ma di strette di mano funzionali. Il "gioco della politica", come sempre, si riduce a questo: chi porta i soldi sul tavolo è benvenuto, indipendentemente dal colore politico. E di soldi, in questo caso, se ne parla parecchio, soprattutto per questioni cruciali come infrastrutture, approvvigionamento idrico, edilizia popolare e viabilità. Temi concreti, è vero, ma anche abbastanza generici da accontentare un po’ tutti senza scontentare nessuno.
La Todde, nella sua analisi, si è prodigata a elogiare il metodo adottato: "Noi vorremmo uscire dalla logica del si cambia e si ricomincia da capo. No, si cambia e si mantiene quello che di buono è stato fatto". Un’idea quasi rivoluzionaria per la politica italiana, dove solitamente ogni nuova amministrazione spazza via l’eredità della precedente senza troppi complimenti. Ma c'è qualcosa di davvero nuovo in questo approccio? A sentire i sardi, ciò che manca è il risultato tangibile, non le promesse.
Tra un elogio alle dighe e un plauso alle strade provinciali, spunta anche un accenno al dramma demografico dell’Isola. La Todde parla di edilizia popolare come strumento per fermare l’emorragia di giovani e famiglie, ma l’impressione è che il problema non si risolva con qualche casa in più.
La Sardegna non trattiene i suoi abitanti perché mancano prospettive di lavoro e futuro, non solo tetti sopra la testa.
Il nodo della viabilità, infine, è un tema che ricorre spesso nei discorsi politici regionali. "Per tanto tempo le strade provinciali e comunali sono state messe in secondo piano", ha ammesso la Todde. Una constatazione che suona quasi ironica, se si considera che sono stati anni di "priorità" senza risultati. Sarà diverso questa volta? La politica insegna che è più facile promettere che mantenere.
Al netto dei sorrisi e dei ringraziamenti, la collaborazione tra la Regione e il governo Meloni sembra più una necessità che una scelta. "Chi porta i soldi è sempre gradito", si potrebbe dire, e mai come in questo caso i fondi sono il vero collante. La Todde, per ora, cavalca l’onda di un momento di tregua, ma resta da vedere se questa "leale collaborazione" sarà un idillio destinato a durare o solo una tregua strategica in attesa del prossimo scontro. In politica, d’altronde, gli abbracci possono essere stretti, ma mai troppo.