Nel contesto economico attuale, caratterizzato da incertezze e fluttuazioni dei tassi d'interesse, le piccole e medie imprese (PMI) della Sardegna si trovano a navigare in acque tumultuose. Un recente studio realizzato dall'Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna ha messo in luce alcuni dati significativi che meritano un'analisi approfondita per comprendere le dinamiche attuali del credito e dell'autofinanziamento regionale.
L'83,4% delle attività produttive isolane ha optato per l'autofinanziamento come principale fonte di sostegno finanziario, una scelta dettata principalmente dalla necessità di fronteggiare un aumento dei costi creditizi, che nel 2023 ha raggiunto la considerevole cifra di 148 milioni di euro. Questo "caro tassi" rappresenta un onere non trascurabile per le imprese, specialmente per quelle di dimensioni ridotte che spesso si trovano più vulnerabili in scenari di restrizione creditizia.
Secondo Fabio Mereu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, "il tasso di interesse bancario ai massimi storici e la perdurante stretta creditizia continuano a mettere in difficoltà le imprese sarde," un fenomeno che non solo aumenta i costi operativi ma minaccia direttamente la competitività e la sostenibilità finanziaria delle PMI. L'analisi dettagliata rivela che Sassari-Gallura, Cagliari, e altre aree principali della Sardegna sono state particolarmente colpite da questi costi aggiuntivi.
Nonostante il panorama sfidante, la dipendenza dalle istituzioni di credito rimane significativa, con il 50,7% delle imprese ancora fortemente legate ai prestiti bancari. Tuttavia, è chiaro che la tendenza verso l'autofinanziamento sta crescendo, spinta dalla necessità di mitigare gli impatti finanziari negativi e dalla crescente difficoltà di accesso al credito tradizionale.
In questo contesto, Daniele Serra, Segretario di Confartigianato Sardegna, sottolinea l'importanza del ruolo dei Consorzi artigiani di garanzia e dei finanziamenti locali come supporti cruciali per le imprese in questo periodo di incertezza.
Egli fa notare anche che "solo il 6,4% delle imprese ha usufruito di incentivi e agevolazioni regionali," un dato che mostra quanto sia ancora sottovalutato il potenziale dei sostegni pubblici.
L'analisi condotta prende in considerazione anche i settori specifici maggiormente impattati dal rialzo dei tassi d'interesse, con la manifattura, le costruzioni e i servizi che mostrano aumenti preoccupanti nei tassi effettivi annuali dal 2018 al 2023. Questi incrementi tassativi rappresentano una minaccia non solo per la gestione corrente delle imprese ma anche per la loro capacità di pianificare investimenti futuri, specialmente in aree innovative come il digitale e il verde, dove le PMI sarde hanno mostrato un'interessante propensione all'investimento. Il panorama finanziario per le PMI in Sardegna mostra segni di sfida, per questo, è essenziale che le politiche di sostegno siano non solo mantenute ma ampliate, per garantire che le imprese non solo sopravvivano ma possano anche prosperare in un mercato sempre più competitivo e globalizzato. La resilienza e l'ingegnosità delle PMI sarde sono state dimostrate; ora è il momento per un impegno congiunto e coordinato da parte di tutte le istituzioni e attori economici per trasformare queste sfide in opportunità di crescita e innovazione.