All’opposizione, ma con tanta voglia di rendersi utile alla città. Alessandra Zedda, capogruppo della Lega al Comune di Cagliari, si è presentata al Convegno per il “Decreto salva casa” con il cipiglio giusto per far capire a che punto è la “querelle”, che si trascina da un po’. “Abbiamo organizzato questo incontro,-ha detto Alessandra Zedda-per evidenziare il fatto che questo decreto, tramutato in legge con la numero 69, è stato regolarmente approvato dal mese di maggio. È arrivato il momento di dare ai cittadini la possibilità di migliorare le proprie case, con manutenzione ordinaria e straordinaria ed anche con piccoli lavori. Ma al momento non è stato ancora attuato.
Le difficoltà sono date dalla difficoltà di attuazione, che principalmente derivano dalle procedure sanzionatorie e da quelle che riguardano le richieste dei cittadini stessi. Questo decreto è stato approvato come norma, una legge economica, sociale operativa. A tutelare i lavori di conformità. È una legge strutturale che non ha scadenza, per una edilizia libera e va applicata dagli enti locali in concerto con le leggi Regionali che abbracciano la materia”. Il “decreto Salva casa' proposto da Matteo Salvini è sicuramente un’opportunità di rilancio economico. La Sardegna non può fallire una simile occasione.
A fianco ad Alessandra Zedda anche l’altro consigliere comunale della Lega, Ferdinando (Nando) Secchi. Presente anche il presidente dell'Ance Sud Sardegna, Renato Vargiu, ed il presidente dell'Ordine dei geometri di Sassari, Vanni Sanna. Allo stato attuale la Regione Sardegna, che ha competenza legislativa primaria in materia di edilizia e urbanistica, non ha ancora recepito il provvedimento. Ancora Alessandra Zedda: “Ad una previsione neppure troppo lontana dalla realtà vi sono quattro milioni di abitazioni pronte ad immettersi sul mercato per essere comprate, vendute, rogitate e mutuate”.
Ad onor del vero la Sardegna non è l’unica regione italiana in ritardo e le sole regioni che hanno già dato vita al provvedimento sono Emilia Romagna, Lazio, Umbria e Sicilia. Poi Alessandra Zedda ha toccato marginalmente anche altri due temi scottanti: trasporti e sanità. “Sul primo punto bisogna aprire un dialogo serio a livello regionale, nazionale e pure a Bruxelles per riuscire ad ottenere una continuità territoriale che possa rispondere al fabbisogno dei sardi”. Sulla sanità: “Occorre potenziare il comparto dei medici e degli infermieri. Non vi sono altri particolari interventi da fare. La carenza è palese negli ospedali, ma anche fra i medici di famiglia”.