Alberto dal tedesco di illustre nobiltà.
Alberto Magno nacque verso il 1193, sul Danubio, da famiglia di guerrieri. Elegante d’aspetto, gentile nei modi, acuto d’ingegno, entrò nell’Ordine Domenicano. Si dedicò agli studi, essendovi particolarmente portato. Insegnò in importanti Università europee e, a Parigi, fu docente di Tommaso d’Aquino.
Nominato vescovo, dimostrò ottime doti pastorali, ma vi rinunciò per l’incarico, ricevuto da papa Urbano IV, di predicare la Crociata. Fu messaggero di pace fra i popoli; partecipò al Concilio di Lione, dove portò un contributo con la sua sapienza per l’unità della Chiesa Greca con la Chiesa Latina.
Durante la vita si era occupato di filosofia, teologia, scienze, guadagnando il titolo di Dottore della Chiesa oltre quello di Magno.
Alberto, della nobile famiglia Bollstadt, prese ancora giovanissimo l’Abito dei Predicatori dalle mani del Beato Giordano di Sassonia, immediato successore del Santo Patriarca Domenico. Dopo aver trionfato nel mondo, al giovane studente sembrò ostacolo insormontabile le difficoltà che incontrava nello studio della Teologia, e fu tentato di fuggire dalla casa del Signore. La Madonna, però, di cui era devotissimo, lo animò a perseverare, rassenerandolo nei suoi timori, dicendogli: “Attendi allo studio della sapienza e affinché non ti avvenga di vacillare nella fede, sul declinare della vita ogni arte di sillogizzare ti sarà tolta”.
Sotto la tutela della Celeste Madre, Alberto divenne sapiente in ogni ramo della cultura, sì da essere acclamato Dottore universale e meritare il titolo di Grande, ancor quando era in vita. Insegnò con sommo onore a Parigi e nei vari Studi Domenicani di Germania, soprattutto in quello di Colonia, da lui fondato, dove ebbe tra i suoi discepoli San Tommaso d’Aquino, di cui profetizzò la grandezza. Fu Provinciale di Germania e, nel 1260, Vescovo di Ratisbona, alla cui sede rinunziò per darsi di nuovo all’insegnamento e alla predicazione. Fu arbitro e messaggero di pace in mezzo ai popoli, e al Concilio di Lione portò il contributo della sua sapienza per l’unione della Chiesa Greca con quella Latina. Avanzato negli anni saliva ancora vigoroso la cattedra, ma un giorno, come Maria aveva predetto, la sua memoria si spense. Anelò allora solo al cielo, al quale volò dopo quattro anni, il 15 novembre 1280, consumato dalla divina carità. La sua salma riposa nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea a Colonia. Papa Gregorio XV nel 1622 lo ha beatificato. Papa Pio XI nel 1931 lo ha proclamato Santo e Dottore della Chiesa. Il 16 dicembre 1941 Papa Pio XII lo ha dichiarato Patrono dei cultori delle scienze naturali.