Memoria di sant'Ambrogio, vescovo di Milano e dottore della Chiesa, che si addormentò nel Signore il 4 aprile, ma è venerato in particolare in questo giorno, nel quale ricevette, ancora catecumeno, l'episcopato di questa celebre sede, mentre era prefetto della città. Vero pastore e maestro dei fedeli, fu pieno di carità verso tutti, difese strenuamente la libertà della Chiesa e la retta dottrina della fede contro l'arianesimo e istruì nella devozione il popolo con commentari e inni per il canto.
Di nobile famiglia romana, nacque a Treviri nelle Gallie ove suo padre era prefetto e a pochi mesi di vita uno sciame di api portò alla sua bocca del miele.
Dopo la morte precoce del padre la famiglia si era trasferita a Roma dove Ambrogio aveva trascorso la giovinezza.
Terminati gli studi di grammatica e retorica, era stato inviato a Sirmio, nell’Illirico, dove aveva conquistato in poco tempo la fiducia del prefetto del pretorio il quale nel 370 lo aveva nominato consolare della Liguria e dell’Emilia, due province che comprendevano gran parte della Pianura Padana.
Sant' Ambrogio è stato uno dei più influenti vescovi della Chiesa antica. Nato intorno al 340 d.C. e morto il 4 aprile 397, è stato vescovo di Milano dal 374 fino alla sua morte. Una delle curiosità più interessanti riguarda la sua elezione a vescovo, avvenuta in maniera inaspettata. Ambrogio si trovava a Milano per motivi amministrativi, essendo un funzionario romano, quando fu scelto per la carica episcopale dalla popolazione, nonostante non fosse ancora battezzato.
Fu così costretto a ricevere in fretta i sacramenti e l'ordinazione sacerdotale.
Divenne un punto di riferimento non solo per la comunità milanese ma anche per l'intera Chiesa cattolica, opponendosi all'arianesimo e influenzando la conversione di Sant'Agostino. Ambrogio è noto anche per il suo contributo alla liturgia e alla musica sacra, incluso l'ambrosiano rito e canto, che hanno avuto un impatto duraturo sulla pratica religiosa occidentale. Inoltre, è stato un prolifico autore, le cui opere hanno avuto un'enorme risonanza nella formazione della dottrina cristiana.
Morì il 4 aprile del 397 e fu subito venerato come santo. Come ci ricorda il suo primo biografo Paolino, era vissuto come un asceta: nella povertà, nella castità e in un continuo digiuno che interrompeva soltanto alla domenica e nelle festività.