La strada, si sa, è da tempo teatro di barbarie quotidiane, ma questa volta a Quartu Sant’Elena si è toccato il fondo. Una lite per una precedenza è degenerata in una violenza così brutale da far venire i brividi. Un automobilista di 48 anni è stato pestato a sangue, lasciato a terra privo di sensi con un trauma cranico che lo tiene ancora tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione del Brotzu.
I protagonisti dell’aggressione? Due fratelli, uno appena maggiorenne e l’altro minorenne. Due individui che, a quanto pare, hanno scambiato la strada per un ring e la civiltà per un concetto superfluo. Il fatto risale al 23 ottobre scorso, quando i due, in viale Brigata Sassari, si sono scontrati verbalmente con il 48enne per una questione di precedenza. Non contenti di sbraitare, hanno deciso di passare ai fatti.
La scena, se non fosse reale, sembrerebbe uscita da un film dell’orrore. La vittima, scesa dall’auto forse per chiarire, è stata immediatamente assalita.
Prima calci e pugni da parte del minorenne, sufficienti a farlo crollare a terra. Poi, con un cinismo che fa rabbrividire, entrambi i fratelli hanno continuato a infierire anche quando l’uomo giaceva ormai privo di sensi. E tutto sotto gli occhi della moglie della vittima, costretta ad assistere impotente a causa di una grave patologia.
I carabinieri, con l’ausilio delle telecamere comunali e delle testimonianze raccolte, hanno rintracciato i due aggressori. Il 18enne si trova ai domiciliari con braccialetto elettronico, mentre il fratello minore è stato affidato a una comunità, in attesa di un provvedimento.
Resta una domanda amara: che fine ha fatto la civiltà? Un diverbio per una precedenza non può trasformarsi in un bollettino di guerra. Quartu Sant’Elena, e tutto il Sud Sardegna, meritano strade sicure, non campi di battaglia dove l’arroganza si trasforma in violenza cieca e ingiustificabile. È tempo di interrogarsi su dove stiamo andando, prima che sia troppo tardi.