Ecco che torna il sole e, puntuale come una cambiale, riprendono i traffici: droga, sbarchi e un mondo che si muove, ma non come dovrebbe. A Olbia, al porto di Isola Bianca, la Guardia di Finanza ha fermato un 35enne nigeriano appena sbarcato dalla nave proveniente da Civitavecchia. Non aveva un’auto, solo uno zaino da spalla e una mimetica da operatore portuale: scarpe antinfortunistiche, gilet arancione e un atteggiamento che di sicuro non gridava “normale lavoratore”.
Sospetti confermati quando, sotto l'occhio attento dei finanzieri e grazie all’intervento dei cani antidroga, è spuntato il tesoro: cento ovuli di cocaina, un chilo in totale, nascosti dentro tre calzettoni. Droga confezionata, pronta per alimentare un mercato sempre più affamato. L’uomo, con risposte confuse e l’aria di chi sa che la festa è finita, è stato arrestato e spedito dritto al carcere di Bancali a Sassari, dove ora aspetta di rispondere davanti alla giustizia. Traffico di stupefacenti l’accusa, ma la vera domanda resta: quanto ancora di questa merce circola indisturbata?
Se al nord si traffica droga, al sud si contano i gommoni. Le buone condizioni del mare hanno riaperto la rotta per la Sardegna, portando nel giro di poche ore 59 migranti sulle nostre coste. Spiagge che dovrebbero essere il vanto turistico dell’isola si trasformano in punti di approdo improvvisati. Porto Pino, nel comune di Sant’Anna Arresi, ha visto arrivare 17 persone ieri sera, seguite da un altro gruppo di quattro. Stamattina, altri 30 approdi nella stessa zona. Come se non bastasse, un barchino ha portato altri otto migranti a Pula.
Tutti sono stati intercettati dalle forze dell’ordine e trasferiti al centro di accoglienza di Monastir, ma la scena si ripete. Ogni anno, stesso copione, stessi numeri che raccontano di un’emergenza senza fine. Eppure, sembra che ci si accontenti di tamponare, di trasferire e catalogare. Intanto, la Sardegna – che non è certo il crocevia naturale per l’Europa – continua a sopportare il peso di politiche migratorie che lasciano il tempo che trovano.