Rogo agli uffici dei Servizi Sociali ad Alghero, condanna unanime e interrogativi sul malessere sociale

  L’incendio doloso che ha colpito gli uffici dei Servizi Sociali ad Alghero, nel complesso de Lo Quarter, ha suscitato una reazione unanime di condanna e solidarietà da parte delle istituzioni cittadine. Dopo l’intervento dell’Assessora ai Servizi Sociali, Maria Grazia Salaris, che aveva espresso “amarezza” per “un gesto di una gravità inaudita, che colpisce un servizio primario reso all’intera comunità”, si sono levate le voci dei gruppi consiliari di maggioranza e dell’opposizione, rappresentata in questo caso da Fratelli d’Italia Alghero e Forza Italia. A nome del suo gruppo, FdI ha dichiarato: “Esprimiamo la massima solidarietà agli operatori dei Servizi Sociali e agli utenti, che a causa dell’incendio doloso vedono interrotte attività fondamentali per la nostra comunità cittadina. Si tratta di un atto gravissimo, specialmente in questo periodo, che danneggia non solo gli operatori, ma anche e soprattutto i cittadini che si affidano a tali servizi. Condanniamo con fermezza questo gesto vile”. Gli azzurri scrivono: "Siamo affettuosamente vicini a tutti gli operatori dei servizi che quotidianamente, con un lavoro silenzioso ma proficuo, stanno al fianco di quella parte di comunità algherese meno fortunata. Siamo certi che i responsabili saranno assicurati alla giustizia in tempi brevi, in modo da restituire sicurezza alla nostra comunità. "

  Un ringraziamento è stato rivolto anche da Fratelli d’Italia “alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco, alla polizia locale e a tutti coloro che sono intervenuti tempestivamente”. L’appello è a “tenere alta la guardia sul tema della sicurezza”. La maggioranza consiliare ha espresso la propria solidarietà ai dipendenti dei Servizi Sociali, sottolineando che “un gesto vile e ignobile come questo va condannato senza se e senza ma, soprattutto perché lesivo per un’intera comunità. L’intimidazione non può avere alcuna giustificazione, colpendo uffici dove ogni giorno si lavora con professionalità e dedizione per risolvere i problemi dei cittadini”. Alle dichiarazioni degli eletti si aggiungono quelle del Sindaco Raimondo Cacciotto, che definisce l’atto “grave e da condannare, colpendo un caposaldo dell’attività al servizio delle fasce più deboli”. Il primo cittadino ha manifestato vicinanza ai dipendenti costretti a sospendere le attività e alle tante famiglie che si affidano a quel settore, ringraziando le Forze dell’Ordine per l’impegno nelle indagini e confidando nella Prefetta di Sassari per il coordinamento delle azioni. Il clima di unanime sdegno e allarme induce però a porsi qualche domanda più profonda. È un episodio isolato, frutto di vandalismo o stupidità, o si tratta del sintomo di un malcontento più ampio, non adeguatamente intercettato dalle istituzioni? L’atto colpisce un servizio per i più fragili, un presidio che dovrebbe rappresentare la società solidale. Se è un segnale di disagio, qual è il problema che si annida dietro questa violenza? Cosa manca, cosa non funziona, perché qualcuno arriva a questo punto? O forse è solo un caso isolato, un gesto senza movente, nato da un assurdo diletto? Le parole di condanna e le promesse di pene severe non possono esaurire la riflessione. 

  All’indignazione per il danno concreto — uffici inagibili, attività sospese in un periodo delicato come quello natalizio, utenti privati di un supporto essenziale — si aggiunge la necessità di andare oltre la cronaca nera. Quindi, che si fa ora? È giusto individuare e punire i colpevoli, ma l’interrogativo sul malessere sociale, sulla mancanza di strumenti o sull’incapacità di prevenire tali gesti, resta aperto. Di fronte a un atto così incomprensibile, le istituzioni non possono limitarsi alla condanna: serve un impegno concreto per comprendere, per intervenire sulle cause e per impedire che la violenza, l’incendio, la distruzione diventino risposta — per quanto insensata — a un disagio più profondo.

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