Il mondo agricolo e zootecnico della Sardegna è in fermento, e non senza ragione. Il Centro Studi Agricoli (CSA), presieduto da Tore Piana, lancia l’ennesimo grido d’allarme per i ritardi nell’erogazione degli aiuti PAC (Politica Agricola Comune) e PSR (Programma di Sviluppo Rurale) da parte di Argea, l’agenzia regionale deputata ai pagamenti. “Le aziende agricole sarde hanno investito molto sulle misure dello sviluppo rurale, e gli intollerabili ritardi nei pagamenti stanno mettendo ulteriormente a dura prova un settore già fortemente colpito dai danni diretti e indiretti,” ha dichiarato Piana.
I fondi in questione ammontano a 310 milioni di euro, risorse vincolate dall’Unione Europea che devono essere obbligatoriamente spese entro il 31 dicembre 2025. Se non si riuscirà a sbloccare questi pagamenti, il rischio concreto è che i fondi vengano restituiti alla UE.
Il presidente del CSA non risparmia critiche all’assessore regionale all’agricoltura, Gianfranco Satta, accusato di non aver mantenuto gli impegni presi. “Era stato promesso il pagamento entro ottobre della PAC domanda unica 2024, CSR misure a superficie 2024 e i saldi dell’annualità 2023 relativi a Benessere animale, Biologico e Indennità compensativa. A oggi, nulla è stato fatto,” denuncia Piana.
L’appello del Centro Studi Agricoli si rivolge direttamente al Presidente della Regione, Alessandra Todde, e all’assessore Satta, chiedendo interventi immediati e decisi per costringere Argea a sbloccare i fondi.
“Le aziende agricole e zootecniche sono allo stremo e ora devono anche subire lo schiaffo di vedere ingenti risorse pubbliche, a loro destinate dall’Unione Europea, bloccate per colpa di un sistema da sempre malato di inefficienza,” sottolinea il presidente del CSA.
La situazione appare ormai insostenibile. “Si tratta di una situazione inaccettabile; il mondo delle campagne della Sardegna non può continuare a rimanere in silenzio mentre dall’Argea e dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura non arrivano risposte chiare, serie, concrete,” insiste Piana. La denuncia va oltre i ritardi: il CSA punta il dito contro un sistema burocratico che ha reso Argea il simbolo dell’inefficienza.
“La Regione, invece di sostenere il rilancio di territori ed economie fondamentali per la Sardegna, continua a trovare alibi per un’agenzia che necessiterebbe di una riforma urgente,” conclude Piana.
Per discutere la situazione e decidere eventuali azioni di protesta, il Centro Studi Agricoli ha convocato un’assemblea pubblica per venerdì 10 gennaio alle ore 11, presso la sala Anfora di Tramatza. Saranno presenti agricoltori e allevatori, associati e non, per decidere le prossime mosse.
Tra le ipotesi in discussione, una manifestazione ai cancelli dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura o del Consiglio Regionale. Intanto, il messaggio del CSA è chiaro: “Basta promesse, rispettate gli impegni!”
In un momento così delicato, la Sardegna rischia di perdere una delle sue ricchezze più preziose: la sua agricoltura. E il tempo per agire si fa sempre più stretto.