Alghero, regolamento dei suoli pubblici: non era solo un ritocco. Il confronto tra vecchio e nuovo regolamento dice altro

Dal 1° aprile 2025 entrerà in vigore ad Alghero il nuovo regolamento comunale per l’occupazione del suolo pubblico da parte dei pubblici esercizi di somministrazione. Un atto approvato dal Consiglio comunale il 13 marzo scorso, al termine di una seduta fiume durata oltre tredici ore, con oltre 150 emendamenti presentati, di cui 118 firmati dal consigliere Michele Pais (Lega). Un lavoro complesso, che l’amministrazione ha descritto come un miglioramento del testo vigente dal 2016. Eppure, il confronto tra i due regolamenti restituisce l’immagine di una riscrittura sostanziale.

Il vecchio impianto, prorogato fino al 31 marzo 2025 per consentire la transizione, verrà sostituito da un nuovo testo che introduce parametri più rigidi, nuove modalità procedurali, limiti più precisi e sanzioni più estese. È la fine di una fase normativa durata quasi un decennio, e il passaggio a un modello di gestione più strutturato e vincolante.

Il cambiamento più evidente riguarda la durata delle concessioni. Il regolamento del 2016 consentiva concessioni stagionali e pluriennali, fino a cinque anni. Il nuovo testo stabilisce invece che tutte le concessioni, anche quelle permanenti, avranno una durata massima di un anno, con possibilità di rinnovo. Una scelta che introduce una forma di controllo annuale, superando la logica della stabilità amministrativa e progettuale per gli operatori.

Il nuovo regolamento prevede l’obbligo di presentazione telematica della domanda, con allegati i pagamenti CUP e TARI. È un passaggio alla digitalizzazione completa, che intende semplificare la gestione ma potrebbe risultare ostico per alcune categorie.

Vengono inoltre introdotti obblighi specifici a carico del concessionario: mantenimento del decoro, rimozione di gazebo e dehors in caso di chiusura superiore a cinque giorni consecutivi (con rimozione definitiva se la chiusura supera i due mesi), cura delle eventuali aiuole presenti nello spazio concesso.

Un’altra novità sostanziale riguarda la superficie massima concedibile, che viene regolata attraverso una griglia dettagliata:

  • nel centro storico non si può superare il 60% della superficie catastale del locale, con un massimo di 100 mq;

  • nelle altre aree urbane il limite sale al 100%, ma sempre entro i 100 mq;

  • nei parchi pubblici l’occupazione è ammessa solo su superfici già pavimentate;

  • per i chioschi, il limite è fissato a 30 mq.

Nel regolamento del 2016 tali limiti non erano espressi in modo altrettanto puntuale: la valutazione avveniva caso per caso, secondo criteri più flessibili.

Il nuovo regolamento introduce un sistema premiale: le attività che restano aperte almeno dieci mesi all’anno possono ottenere un incremento del 20% della superficie concessa; il bonus sale al 30% per chi impiega almeno cinque addetti. È un meccanismo che incentiva la stabilità occupazionale e la destagionalizzazione, ma che potrebbe penalizzare le imprese più piccole o a conduzione familiare.

Il nuovo impianto normativo prevede più fattispecie per la decadenza della concessione: uso improprio dell’area, dichiarazioni non veritiere, mancato rispetto di obblighi igienici, edilizi o fiscali, oppure il ricevimento di tre violazioni notificate. È prevista inoltre la possibilità di sospensione dell’attività per almeno tre giorni in caso di recidiva. Il regolamento del 2016 si limitava a previsioni più generali, legate a violazioni gravi e reiterate.

Nel nuovo testo è presente un elenco preciso e vincolante di aree escluse: tra queste, Via Carlo Alberto, Via Roma, Via Cavour, Via Ferret, i Bastioni Marco Polo e Cristoforo Colombo, la Scalinata Don Deroma. Il vecchio regolamento non contemplava una simile elencazione, rimandando alla valutazione dell’ufficio competente. Da segnalare le osservazioni del consigliere Marco Tedde (Forza Italia), che ha evidenziato come alcune delle aree incluse, come il porticato di Fertilia, ricadano sotto la competenza regionale e non comunale. Come se l'amministrazione potesse concederli perché rientra nel nostro patrimonio ma non lo sono ma è prevista una servitù di pubblico passaggio che è l'unico che può essere disciplinato.

Durante il dibattito, il consigliere Michele Pais (Lega) ha proposto di sospendere l’approvazione del regolamento, per rinviare l’adozione a dopo il 2025 e consentire un ulteriore lavoro di miglioramento. La proposta non è stata accolta dalla maggioranza. Nel corso della discussione è emersa anche una polemica relativa all’assessore Enrico Daga, per un presunto conflitto di interessi legato alla sua attività imprenditoriale nel centro storico. Daga ha respinto le accuse, dichiarando di essere in aspettativa dalla sua azienda e non coinvolto operativamente durante il mandato amministrativo rivestendo il ruolo d'assessore mentre il regolamento è votato dal consiglio comunale. A partire dal 1° aprile, dunque, il quadro normativo per l’occupazione del suolo pubblico ad Alghero sarà radicalmente modificato. La regolazione si fa più stringente, più controllata, più ancorata a criteri numerici e formali. Un cambiamento che non può essere liquidato come semplice ritocco. I testi, letti in parallelo, raccontano altro.

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