La sentenza è ancora fresca, ma a Villa Devoto si respira già aria di cambio. Il pronunciamento della Corte dei Conti sull’operato del presidente della SFIRS, Tonino Chironi, ha spinto la presidente della Regione Alessandra Todde e l’assessore al Bilancio Giuseppe Meloni a prendere posizione con una nota ufficiale dai toni istituzionali, ma tutt’altro che freddi.
«Le strutture della Regione stanno verificando tutti gli aspetti giuridici concernenti la vicenda e l’operato del presidente fino a questo momento», si legge nel comunicato diffuso nella serata di venerdì. Un linguaggio calibrato, certo, ma che apre chiaramente alla possibilità di una rimozione. «Si ritiene altresì estremamente opportuna la valutazione di un passo indietro da parte del dottor Chironi», concludono Todde e Meloni.
Nel gergo della politica, è un invito gentile a togliere il disturbo. O, se si preferisce, a non mettere in imbarazzo la Giunta in carica con una resistenza ad oltranza.
Al momento, nessuna richiesta di dimissioni formale, nessuna cacciata. Ma il messaggio è chiaro, e anche un po’ compiaciuto. Quelli del campo largo, pur se con la maschera dell’istituzionalità ben calcata sul volto, gongolano. Perché il caso-Chironi può diventare un’occasione per voltare pagina, rimuovendo un vertice tecnico nominato dalla passata amministrazione e – diciamolo – non proprio allineato con la nuova linea.
Sotto la scorza delle parole misurate, si intravede il riflesso di un riequilibrio interno al potere regionale. Un modo per consolidare, passo dopo passo, il controllo degli strumenti finanziari e strategici della Regione. E la SFIRS – che piaccia o no – è uno di questi.